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Presidenziali Messico: nuove accuse da Lopez Obrador

In attesa che venerdì venga presentato nei dettagli il suo “Piano nazionale per la democrazia e la dignità del Messico” con cui punta all’annullamento del voto, il candidato alle presidenziali del 1° luglio per la sinistra, Andrés Manuel López Obrador, è tornato alla carica rivolgendo al vincitore, Enrique Peña Nieto del Partido Revolucionario Institucional (Pri), nuove accuse.
A detta di Amlo, com’è conosciuto popolarmente l’esponente del Movimiento Progresista, il rivale avrebbe finanziato la sua campagna anche “con risorse illecite, con quello che comunemente si chiama riciclaggio di denaro” proveniente “da fondi statali o legato al crimine organizzato”.
In una conferenza stampa, López Obrador ha annunciato di avere solide prove delle sue affermazioni e che una nuova denuncia si aggiungerà a quella già presentata presso il Tribunale elettorale del potere giudiziario della Federazione (Tepjf) relativa alla presunta violazione dell’articolo 41 della Costituzione che garantisce elezioni “libere ed eque”. Secondo il Movimiento Progresista il Pri avrebbe speso oltre 4,2 miliardi di pesos per la campagna, quando il limite previsto era di 336 milioni, anche per “comprare” voti.
“Stiamo facendo noi il lavoro dell’Ife (Istituto federale elettorale” ha detto ancora López Obrador, esortando le autorità a indagare a fondo sulle denunce per “non rendersi complici di un reato”. Il tribunale elettorale ha tempo fino al 6 settembre per emettere un verdetto.
Secondo i risultati definitivi delle presidenziali, Peña Nieto ha vinto con il 38,21% dei voti (oltre 19,2 milioni di suffragi) lasciando a López Obrador il 31,59% (15,8 milioni di suffragi).

Fonte: Misna

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