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Già rivelato il nome del “navy seal” che fa i soldi con la morte di Bin Laden

È rimasto segreto solo per poche ore il nome di uno dei membri del commando di Navy Seal protagonista dell’uccisione di Osama bin Laden e che su quel blitz ha scritto un libro che sarà sugli scaffali delle librerie dal prossimo 11 settembre. Per motivi di scurezza, sulla copertina del libro aveva scelto di presentarsi con lo pseudonimo Mark Owen, ma l’mittente tv Fox News lo ha identificato come Matt Bissonnette, 36 anni originario dell’Alaska. E il Dipartimento della difesa ha confermato.
La Penguin, casa editrice del libro, dal titolo «No Easy Day» – un riferimento al motto dei Navy Seal «The only easy day was yesterday» («L’unico giorno facile era ieri») – aveva annunciato che nelle interviste per presentare il volume Owen sarebbe stato intervistato di spalle e la sua voce sarebbe stata alterata. Ora non è chiaro se questa misura precauzionale verrà mantenuta.
Christine Ball, una portavoce della casa editrice, ha affermato in un comunicato diffuso dopo la rivelazione della Fox che «Mark Owen, come ogni Navy Seal con cui ha servito, ha messo la sua vita in prima line più volte per il suo Paese per oltre dieci anni…La sicurezza personale è la sola ragione per cui il libro viene pubblicato sotto uno pseudonimo. Chiediamo rispettosamente a tutti i media e a tutti gli americani di considerare questo nel decidere se ricercare o pubblicizzare la sua vera identita».
Frattanto, il libro, che è già in quarta posizione sulla lista dei bestseller di Amazon e la Penguin ha già fatto sapere di aver deciso di stampare in 400 mila copie invece delle 300 mila annunciate in un primo momento, potrebbe far finire il suo autore sotto inchiesta.
Il colonnello Tim Nye, portavoce del dell’U.S. Special Operations Command che supervisiona le operazioni dei Navy Seal e di altri corpi speciali, ha affermato che «No Easy Day» non è stato sottoposto ad alcuna verifica da parte della autorità militari prima di essere dato alle stampe e potrebbe pertanto essere oggetto di un’indagine da parte delle autorità federali.
Due sole considerazioni:
– più dell’onore potè il denaro, anche per un milite super-hi tech. E’ lecito attendersi un autentico filone di “rivelazioni” su un certo numero di “operazioni coperte” che abbiano avuto sufficiente pubblicità. Per esempio, dal pilota dell’aereo che ha fermato l’auto di Gheddafi, ecc.
– negli Usa vige ufficialmente la censura militare.

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