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Alla finanza tedesca Mario Draghi non piace più?

Per la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), Mario Draghi vorrebbe trasformare la Bce in una seconda Banca d’Italia. Lo scrive in un editoriale in prima pagina dal titolo «Salvataggi senza frontiere» il condirettore del giornale tedesco, Holger Steltzner. Ma se vi sembra un colpo sferrato un po’ sotto la cintola dal quotidiano di centrodestra, aspettate di sentire cosa dice la Sueddeutsche Zeitung – orientata più a sinistra – che paragona Draghi ad «un secondo Rudolf Havenstein» che rischia di condurre, con la sua politica finanziaria, la Germania ai livelli di inflazione della Repubblica di Weimar. Per questo, suggerisce in un’intervista a tutta pagina l’economista Manfred Neumann, professore emerito dell’università di Bonn e relatore della tesi di dottorato del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, Angela Merkel deve richiamarlo all’ordine. Secondo Neumann, «Draghi non deve diventare un secondo Rudolf Havenstein, che da presidente della Reichsbank produsse una iperinflazione negli Anni ’20, poiché riteneva che il suo compito fosse quello di salvare dal crollo il bilancio tedesco». E parlando di Weidmann, Neumann sostiene che «se fosse uno dai nervi poco saldi, forse se ne sarebbe già andato, come fece il suo predecessore Axel Weber». E aggiunge: «Se il ministro delle Finanze, Schaeuble, si impegnasse per una chiara separazione tra politica monetaria e imprese di salvataggio fiscale, come chiesto da Weidmann, rafforzerebbe l’indipendenza politica della Bce. È questo che deve fare».

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