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L’Iran blinda Internet

Lo ha annunciato il vice ministro delle Comunicazione e della Tecnologia, Ali Hakim-Javadi, citato dall’agenzia di stampa Mehr.
Ogni connessione esistente nel paese sarà dunque trattata come un collegamento statale, controllato a monte e “staccabile” in ogni momento.
C’è da dire che la situazione in Occidente non è molto diversa, se non per la parte che riguarda le opposizioni politiche interne. Che in Iran sono a questo punto da considerare a rischio chiusura (quelle ancora non chiuse), mentre nel “libero” occidente vengono schedate per riconoscere il sistema di relazioni personali o collettive (gruppi, ecc) che si muove intorno a determinati contenuti. Significa che c’è un problema serio di libertà generale sul pianeta, non  “mal comune, mezzo gaudio”.
La Repubblica islamica dell’Iran ha rafforzato il suo sistema di sicurezza informatica dopo che, nel 2010, il suo programma nucleare è stato attaccato dal virus Stuxnet, che ha mandato in tilt le centrifughe del principale impianto di arricchimento dell’uranio. Teheran, il cui programma nucleare è sospettato dall’Occidente di essere rivolto alla produzione della bomba atomica, ha accusato gli Stati Uniti e Israele di aver sviluppato il virus.
«Negli ultimi giorni tutte le agenzie governative e gli uffici sono stati connessi al network nazionale», ha detto Hakim-Javadi. Secondo i media iraniani, il sistema informatico interno sarà completato nel marzo 2013, ma non è chiaro se questo comporterà una riduzione dell’accesso a Internet dall’Iran. Milioni di siti che hanno contenuti non islamici sono stati bloccati dalle autorità iraniane, così come quelli che esprimono visioni anti governative.

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