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Cina. Hu JIntao apre il congresso del Pcc

Si è aperto a Pechino davanti a più di 2.000 delegati il 18/o Congresso del Partito comunista cinese, che deve designare il successore del presidente Hu Jintao, Xi Jinping.

Nel Palazzo del Popolo, sulla piazza Tiananmen, il presidente Hu, 69 anni, ha cominciato a leggere un bilancio dei suoi 10 anni alla guida del paese. Al termine del Congresso, che andrà avanti fino a mercoledì, Hu lascerà il suo posto di segretario generale del Pcc a Xi Jinping, 59, uomo d’apparato sconosciuto al grande pubblico.

Il presidente della Repubblica cinese e segretario del Pcc, Hu Jintao, ha auspicato una riforma politica nel paese, nel suo discorso di apertura del 18/o congresso del partito a Pechino. «La riforma della struttura politica è una parte importante delle riforme globali della Cina. Noi dobbiamo continuare i nostri sforzi, attivamente e con prudenza, per perseguire la riforma della struttura politica ed estendere la democrazia popolare».

Il Partito comunista cinese deve garantire che nessuno dei suoi dirigenti abusi del suo potere. Il Pcc «garantirà che i dirigenti rispettino la legge nel pensiero e nell’azione… Noi dobbiamo garantire che tutti siano eguali davanti alla legge… Nessuna organizzazione o individuo ha il privilegio di calpestare la Costituzione».

La Cina deve realizzare «un nuovo modello di crescita». «In risposta ai cambiamenti economici sul piano nazionale e internazionale – ha detto Hu – occorre accelerare la creazione di un nuovo modello di crescita basato su qualità e prestazioni migliorate».

Ma non c’è solo la centralità del modello economico e sociale. «Dobbiamo fare della Cina una potenza marittima»; il paese deve «difendere con risolutezza i suoi diritti e i suoi interessi marittimi». La Cina ha contenziosi su isole e territori di frontiera con tutti i suoi paesi confinanti. L’ultimo è quello col Giappone per l’arcipelago delle Senkaku-Diaoyu, disabitate, ma dai fondali ricchi di gas.

E non poteva non parlare delle recenti vicende che hanno portato allo scoperto sia pratiche clamorose di corruzione che una battaglia interna al partito, a partire dal caso Bo Xilai. «La corruzione» in Cina «può provocare l’affondamento del Partito e dello stato», ha detto Hu Jintao. «Se noi falliamo a trattare questa questione correttamente, essa potrà rivelarsi fatale».

Ulteriori progressi nei rapporti con Taiwan, uno dei punti obbligati di qualsiasi congresso. Cina e Taiwan «possono discutere l’istituzione di un meccanismo di fiducia nello stretto per mantenere la stabilità nelle loro relazioni e raggiungere un accordo di pace attraverso la consultazione, in modo da aprire un nuovo orizzonte nel promuovere la crescita pacifica di queste relazioni». Hu ha aggiunto che «la riunificazione pacifica tra i due paesi è nel mutuo interesse di Cina e Taiwan» e per farlo è necessaria la crescita pacifica delle relazioni fra i due paesi. Il presidente cinese ha auspicato maggiori relazioni politiche ed economiche. Ma, nello stesso tempo, Hu Jintao ha detto che la Cina non permetterà nessun tentativo separatista di Taiwan, alludendo anche ad interventi stranieri.

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