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Israele si chiude in gabbia. Un altro muro, in Golan


Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato oggi l’intenzione di costruire un nuovo muro lungo la linea di frontiera con la Siria. Non con lo scopo di bloccare l’immigrazione clandestina, come quello in via di conclusione nel Sinai, ma per “difendere lo stato ebraico da incursioni e terrorismo”. Intervenendo alla riunione di governo, Netanyahu ha sottolineato come la barriera in costruzione lungo il confine con l’Egitto sia quasi finita, annunciando quindi l’intenzione di “costruirne una identica, con alcune dovute modifiche a causa di condizioni diverse, lungo le Alture del Golan”. “Sappiamo che dall’altra parte del nostro confine con la Siria oggi l’esercito siriano si è ritirato e i combattenti della jihad globale hanno preso il suo posto – ha aggiunto il premier – noi dobbiamo quindi proteggere questo confine da incursioni e dal terrorismo, come abbiamo già fatto con successo al confine con il Sinai”. Netanyahu ha quindi espresso preoccupazione per la “questione delle armi chimiche” secondo lui in mano al regime siriano, sottolineando come Israele si stia coordinato con gli “Stati Uniti e altri, per essere pronti a ogni scenario e a qualsiasi sviluppo”. Una fonte della sicurezza ha rivelato alla France presse che Israele ha già completato circa 10 chilometri di muro e che “mancano circa 60 chilometri” da completare nel Golan, dicendosi fiducioso che i lavori saranno ultimati nel 2013. Le Alture del Golan sono state conquistate e occupate da Israele alla Siria durante la guerra dei sei giorni del 1967 e annesse nel 1981, senza il riconoscimento della comunità internazionale.

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