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Iraq. Liberati 3.000 detenuti, ma le proteste continuano

Non ferma le proteste della minoranza sunnita contro il premier sciita Nour al Maliki, la notizia riferita ieri dal vice primo ministro Hussein al-Shahristani’s dell’avvenuta liberazione di 3 prigionieri dalle carceri del paese e del trasferimento di tutte le detenute in penitenziari situati nelle loro zone di residenza.

Gli arresti di migliaia di iracheni sunniti accusati di “terrorismo” – sarebbero almeno 17mila, molti dei quali mai processati – sono uno dei motivi principali delle proteste contro al Maliki, accusato dall’opposizione di prendere di mira la minoranza sunnita rimasta al potere fino a 10 anni fa, quando il presidente Saddam Hussein fu rovesciato dall’invasione ed occupazione anglo-americana dell’Iraq.

Oltre alle proteste non si arrestano neppure gli attentati. Ieri è stata una giornata di sangue a Kirkuk dove almeno 33 persone sono state uccise e oltre 90 sono rimaste ferite in un attacco con un camion-bomba contro il quartier generale della polizia. Alla deflagrazione è seguito l’attacco di un gruppo di uomini armati travestiti da poliziotti che hanno tentato di impadronirsi dell’edificio. La potente esplosione ha causato un cratere nella strada ed ha demolito parte di un ufficio pubblico vicino.

Quello di ieri è il terzo attacco avvenuto nelle ultime settimane nella zona di Kirkuk, città in cui vivono arabi, curdi e turcomanni, al centro di uno scontro per i suoi giacimenti petroliferi tra i curdi e il governo centrale.

da Nena News

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