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Il Pentagono taglia le spese per gli F35

Prime conseguenze, tra le poche positive, del taglio automatico delle spese federali che è scattato in seguito al mancato accordo tra amministrazione obama e repubblicani sul “tetto” del debito pubblico.
Il “sequester” colpisce infatti con una certa consistenza il bilancio del dipartimento della Difesa, che è l’organismo più colpito dalla riduzione del budget, il Pentagono potrebbe trovarsi costretto a rivedere l’acquisto di cacciabombardieri F-35.
Il che andrebbe ad incidere sulle commesse della Lockheed Martin,  di cui l’italiana Alenia Aermacchi – controllata da Finmeccanica – è il secondo fornitore di cassoni alari.
“Viste le circostanze finiremo probabilmente per ridurre l’acquisto di diverse unità”, ha detto a Bloomberg Robert Hale, sottosegretario alla Difesa dal 2009.
Fino allo scatto dei tagli, il Pentagono aveva previsto l’acquisto di 29 veivoli per l’anno in corso. La notizia arriva pochi giorni dopo la sospensione temporanea, sempre da parte del dipartimento della Difesa americano, dei voli con l’F-35, a seguito di un guasto in uno dei mezzi testati. L’Italia aveva messo in bilancio l’acquisto di 90 di questi cacciabombardieri. Ma se persino il Pentagono rinuncia a qualcosa in tempi di crisi, perché non può farlo il generale-ministro Di Paola?

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