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Egitto: artisti contro islamizzazione cultura

La cultura egiziana è sul piede di guerra: artisti e intellettuali in rivolta, che chiedono le dimissioni del ministro della Cultura, Alaa Abdel Aziz, hanno occupato il ministero e promettono di non porre fine all’assedio fino quando le loro richieste non saranno esaudite.

Oltre una trentina di persone, tra cui lo scenografo Said Fouad, il pittore Mohamed Abla, e l’editorialista Mohamed Hashem, hanno passato la notte all’interno della palazzina che ospita il ministerno, nel quartiere di Zamalek dove questa mattina si è svolta una conferenza stampa.

“Non accetteremo mai la ‘fratellizzazione’ della cultura” ha esordito il regista Khaled Youssef, un neologismo coniato per indicare l’imposizione dei valori e degli ideali della confraternita al potere nel paese con il presidente Mohammed Morsi.

Ben introdotto nel movimenti islamico, ma poco noto nei circoli culturali, il nuovo ministro in meno di un mese ha licenziato il direttore del Salone del Libro, la direttrice dell’Opera del Cairo e il suo omologo al museo di arti plastiche. Politiche che hanno suscitato scalpore e indignazione negli intellettuali e artisti del paese.

Per pubblicizzare la loro iniziativa e diffondere i motivi della protesta, gli occupanti del ministero hanno annunciato una serie di eventi culturali, tra cui proiezioni di film, mostre fotografiche e esposizioni ispirate alla rivoluzione del 2011.

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