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Colombia: dalle Farc 10 proposte per la pace

Ridefinire i poteri pubblici, eliminare il presidenzialismo, decentralizzare per favorire le amministrazioni locali, riformare le forze armate e la giustizia per “liberarla dalla sua scandalosa politicizzazione”: sono fra le dieci “proposte minime” avanzate dalla guerriglia per arrivare alla pace in Colombia.

Dall’Avana, sede dello storico processo di pace con il governo, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) hanno chiesto anche una riforma elettorale che regoli l’agone politico “in condizioni di uguaglianza ed equità” sradicando il clientelismo e le pratiche “corrotte, criminali e mafiose” e garantendo l’accesso alle forze di oppozione. Lo hanno fatto affrontando il secondo punto nell’agenda delle trattative – la loro partecipazione alla vita politica – insistendo sulla necessità che per garantire il diritto all’opposizione vengano formalmente riconosciuti tutti i movimenti politici e sociali.

Le Farc hanno chiesto in dettaglio uno “Statuto dell’opposizione” che contenga le garanzie politiche e di sicurezza individuali per farne parte a pieno titolo. In merito, hanno ricordato l’esperienza della Unión Patriótica (Up), partito nato nel 1985 grazie a un accordo tra l’allora presidente Belisario Betancur e le stesse Farc, letteralmente sterminato dai paramilitari, chiedendo una riparazione per le sue 4000 vittime. La guerriglia più longeva dell’America Latina, nata nel 1964, ha proposto anche la convocazione di un’Assemblea Costituente.

Dopo l’accordo sulla questione agraria annunciato alla fine di maggio, l’attuale tornata di colloqui, la decima dall’inizio del negoziato nel novembre scorso, si concluderà il 22 giugno.

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