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I comunisti in un paese avanzato? L’esempio del Giappone

Zitti zitti, senza che i media occidentali ne abbiano mai dato notizia, i comunisti crescono. In Giappone, non in Italia. E perché? Pare oproprio sia a causa della crisi e della loro capacità di fare opposizione “di sistema”, mentre chi si era proposto una via “governista riformista” è stato stritolato dalla differenza mostruosa tra quel che prometteva e quel che ha realizzato.
Ecco come IlSole24Ore, dopo tanto tempo, ci dà la (buona) notizia, nascondendola dentro un articlo che parla invece dei successi elettorali della destra di Abe.

“lo sfascio del principale partito di opposizione, il Partito democratico, che fino al dicembre scorso esprimeva il premier: i seggi del Pd sono precipitati da 49 a 15, tanto che è stato superato persino dal Partito comunista, salito a 17 seggi dai precedenti otto. Più che raddoppiati, insomma, i membri dell’assemblea che appartengono allo schieramento guidato da Kazuo Shii, che da 13 anni pilota un’opposizione da duri e puri. Certo, il più che raddoppio dei comunisti giapponesi appare legato ad alcuni fattori favorevoli (la crisi del Pd, la bassa affluenza alle urne che dà una spinta ai partiti con una base di militanti); tuttavia sembrano aver trovato eco alcuni temi forti come il no al nucleare, la tutela dell’impronta pacifista del Paese sanzionata nella costituzione vigente, la polemica contro una Abenomics accusata di favorire i ricchi.”

Vi fa venire in mente qualcosa?

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