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Brasile: il tribunale elettorale boccia la candidatura di Marina Silva

Con sei voti favorevoli e appena uno contrario, il Tribunale superiore elettorale (Tse) di Brasilia ha respinto la registrazione del partito Rede Sustentabilidade (“Rete Sostenibilità”) guidato da Marina Silva, in vista delle elezioni presidenziali, regionali e legislative previste per il prossimo anno.

Il tribunale elettorale aveva già convalidato 442.000 delle 492.000 firme richieste per poter presentare Rede Sustentabilidade alla prossima tornata elettorale. La nuova forza politica di sinistra aveva però contestato il mancato riconoscimento di altre decine di miglaiai di firme definendolo “senza giusta causa”. Chiamato a esprimersi, al termine di quasi tre ore di dibattito il Tse ha stabilito di non avere la competenza necessaria a verificare la validità delle firme contestate, come sostenuto, fra l’altro, dall’ufficio del Pubblico ministero elettorale.

“La questione non può essere risolta nell’ambito del Tse” ha puntualizzato il magistrato João Otavio de Noronha, uno dei sei contrari. Silva ha ora tempo fino a domani per aderire a uno dei partiti omologati e poter così aspirare a uno degli incarichi che saranno in palio alle elezioni dell’ottobre del prossimo anno.

Già ministro dell’Ambiente dal 2003 al 2008 con il governo Lula e senatrice dello Stato nord-occidentale dell’Acre, per la corsa alle presidenziali del 2014 Marina Silva figura al secondo posto nelle intenzioni di voto secondo diversi sondaggi, fra cui quello dell’Istituto Ibope, che le attribuiscono il 16% del sostegno dei brasiliani a fronte del 38% della presidente uscente Dilma Rousseff.

Storica, pedagoga, ambientalista, un tempo denominata “l’angelo dell’Amazzonia” anche per la sua vicinanza a Chico Mendes, il sindacalista dei ‘seringueiros’ (raccoglitori di caucciù) ucciso nel 1988 per il suo impegno a difesa del polmone del pianeta, Silva sorprese tutti nel 2010 ottenendo con il Partido Verde il 19% dei voti (circa 20 milioni di suffragi) al primo turno delle presidenziali vinte da Dilma Rousseff. Un successo raggiunto anche grazie alla vicinanza con i settori evangelici – appartiene alla chiesa pentecostale ‘Igreja Evangélica Assembleia de Deus’ (Iead, tra le più grandi al mondo) – dopo aver lasciato definitivamente il ‘Partito dei Lavoratori’ (Pt) di Lula mettendo fine a 30 anni di militanza per divergenze insanabili con le politiche liberiste in tema ambientale del governo di allora, ulteriormente peggiorate dalla Rousseff.

Analfabeta fino a 17 anni, fondatrice, nel 1984, del Sindacato dei lavoratori rurali (Cut) dell’Acre, iscritta al Pt nel 1985, alle elezioni locali del 1990 Silva era stata la deputata più votata prima di diventare nel 1994, all’età di 36 anni, la senatrice più giovane della storia della Repubblica brasiliana.

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