Tre proiettili di fronte ai suoi familiari, esplosi da un sicario che ha minacciato i presenti prima di allontanarsi: così è stata uccisa ieri Rocío Mesino Mesino, dirigente dell’Organizzazione contadina della Sierra del Sur (Ocss), nella piccola comunità di Mexcaltepec, appena 280 abitanti, nello Stato sud-occidentale di Guerrero.
Stando a fonti locali, Rocío si trovava a Mexcaltepec per accompagnare i lavori di ricostruzione della comunità montana avviati dopo il recente passaggio della tormenta trpicale Manuel: aveva da poco allestito una mensa destinata sia agli sfollati che alle persone impegnate nei ripristino di strade e ponti. L’assassino, giunto con un complice a bordo di una motocicletta, le ha sparato una prima volta alla nuca e poi ancora due volte alle spalle; nessuno è riuscito finora a dare una descrizione, anche approssimata, dell’omicida.
Rocío Mesino era impegnata da anni in politica con la Ocss, che riunisce oltre 5000 ‘campesinos’, un’organizzazione fondata nel 1981 dalla sua famiglia e già guidata da suo padre Hilario Mesino Acosta. Dopo il massacro di Aguas Blancas, la località in cui il 28 giugno 1995 la polizia assassinò 17 contadini che si stavano recando a un incontro politico, nonostante i tentativi di insabbiare l’inchiesta la Ocss era riuscita ad ottenere la destituzione dell’allora governatore statale Rubén Figueroa Alcocer.
Personaggio scomodo, già candidata alla presidenza municipale con il Prd, schieramento dell’opposizione di sinistra, Rocío era stata fra l’altro accusata indebitamente di responsabilità nell’omicidio di un contadino, Victorino Luengas García, ucciso nel 2011 dopo essere stato sequestrato. Era stata arrestata il 13 marzo e rilasciata sei giorni più tardi per mancanza di prove valide a suo carico.
(Nella foto, la dirigente contadina assassinata)
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