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Sudafrica contro Washington: ‘non siamo terroristi’

Furiosi e indignati, e decisi a protestare con il governo degli Stati Uniti, i dirigenti dell’African National Congress di Pretoria non hanno proprio digerito che Tokyo Sexwale, un compagno di lotta di Nelson Mandela, sia stato fermato dal servizio immigrazione di un aeroporto statunitense perché il suo nome era nella lista dei terroristi.

I fatti, scrive oggi il quotidiano sudafricano The Times, risalgono al fine settimana. Sexwale, ex ministro per le Questioni abitative, già candidato alla guida dell’Anc, è stato fermato all’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York. Secondo il suo avvocato, gli ufficiali del servizio immigrazione hanno sostenuto che rappresentava “una minaccia per la sicurezza” degli Stati Uniti. Trascorse poche ore, Sexwale è stato rilasciato e ha potuto proseguire il suo viaggio per Miami.

L’ex ministro ha già detto che presenterà un esposto all’ambasciatore americano a Pretoria. A protestare sono stati anche l’Anc e il governo sudafricano, convinto che il problema dei dirigenti della lotta contro l’apartheid sulla lista nera americana deve essere “risolto” al più presto.

Nel corso degli anni, l’elenco di Washington è cresciuto fino a comprendere 875.000 nomi. Solo nel 5% dei casi si tratta di cittadini statunitensi. Fino al 2008 tra i sospettati che rischiavano l’arresto o l’espulsione dal territorio americano c’era anche Nelson Mandela, vincitore 15 anni prima del premio Nobel per la pace.

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