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Bangladesh nel caos, i dimostranti deragliano i treni

Si aggrava la crisi politica in Bangladesh scosso dalle azioni di boicottaggio delle elezioni previste per il 5 gennaio e dalle proteste contro l’attuale compagine governativa. Ancora una volta in pochi mesi il paese è paralizzato da blocchi e manifestazioni anche violente contro il governo. Per il quinto giorno consecutivo il blocco di strade, ferrovie e vie d’acqua promosso dall’alleanza dei 18 movimenti d’opposizione guidati dal Partito nazionalista del Bangladesh, ha creato gravi disagi alla circolazione.

In alcuni casi i manifestanti hanno fermato i treni, a volte anche tramite azioni di sabotaggio che hanno avuto conseguenze tragiche. Sono almeno quattro i morti e oltre 60 i feriti nel deragliamento di treni in tre diverse località provocati da oppositori al governo guidato da Sheikh Hasina Waheed.

Con quelli di oggi il numero dei morti per la crisi aggravatasi da ottobre è salito a almeno 50. Migliaia i feriti, ingenti i danni economici in un paese già alle prese con le proteste dei quattro milioni di lavoratori dell’industria dell’abbigliamento che chiedono salari adeguati e migliori condizioni di sicurezza nelle fabbriche.

A complicare la situazione il conflitto all’interno del parlamento. Oggi l’ex presidente Muhammad Ershad, a capo del Jotiya Party, terzo per numero di seggi nel parlamento di Dhaka, ha ritirato i propri membri dal governo provvisorio, sommandosi al boicottaggio del voto di gennaio. Una decisione che lascerà il segno sull’intransigenza della premier che, dopo avere sciolto il suo precedente governo per dar vita ad un altro di ‘larghe intese’ che porti il paese al voto, si trova ora assediato da più parti. Il Jotiya era il principale alleato nella coalizione guidata dal suo partito, la Lega Awami.

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