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Gaza. Attesa per l’apertura del valico. Solidarietà dall’Usb agli attivisti italiani

Gli attivisti italiani ancora bloccati dentro la Striscia di Gaza ci hanno fatto pervenire un loro comunicato:

“La delegazione “Per non dimenticare… il diritto al ritorno” in questi giorni a Gaza per portare aiuti all’ospedale Al Awda e per riaffermare il legittimo diritto a tornare nelle terre di origine da parte dei rifugiati palestinesi è ancora bloccata nella Striscia di Gaza. Da tre giorni, infatti, il valico di Rafah non consente alla delegazione di uscire dal territorio palestinese e questo ci impedisce di raggiungere il Cairo per prendere l’aereo che ci deve riportare in Italia. Nonostante le rassicurazioni che ci arrivano dalla nostra ambasciata in Egitto, ad oggi non possiamo con certezza prevedere quando questa situazione si potrà sbloccare”.

Intanto un attestato di solidarietà con gli attivisti italiani è stato prodotto dalla Usb:

Sostegno e solidarietà della Usb agli attivisti italiani bloccati a Gaza
L’Unione Sindacale di Base esprime il suo più totale sostegno ai 27 attivisti italiani bloccati a Gaza a causa della chiusura del valico di Rafah, messo in atto dalleautorità egiziane da sabato 4 gennaio.

La delegazione, partita dall’Italia il 26 dicembre scorso, è stata dapprima fermata in Egitto per alcuni giorni e ora si trova di fatto impossibilitata a uscire da quella prigione a cielo aperto che la Striscia di Gaza rappresenta per oltre un milione di palestinesi.

Il viaggio, che si ripete ormai da qualche anno, ha come scopo concreto quello di portare solidarietà attiva all’Ospedale Al AWDA, seriamente danneggiato da Israele con l’operazione Piombo Fuso della fine di dicembre 2008/inizio gennaio 2009, che causò alcune migliaia di morti tra la popolazione civile palestinese.

Della delegazione fa parte anche Francesco Lussone, compagno pugliese dell’USB. A lui e agli altri 26 attivisti il nostro più caloroso augurio di un felice e rapido rientro in Italia; alla popolazione palestinese il nostro più convinto sostegno alla causa della formazione di uno stato palestinese, con il diritto dei profughi al ritorno e alla restituzione dei territori illegittimamente occupati da Israele a partire dal 1948, in barba al diritto internazionale e alle numerose risoluzioni dell’ONU.

Roma, 7 gennaio 2014

Unione Sindacale di Base

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