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Crisi Grecia: aumenta il numero di bambini abbandonati

La crisi economica che ormai da cinque anni attanaglia la Grecia ha provocato non solo problemi finanziari, ma anche pesanti danni alla società. Diversi studi hanno ampiamente dimostrato che i tagli a stipendi e pensioni e l’aumento della disoccupazione hanno fatto impennare il numero dei senzatetto e la percentuale dei suicidi. Ma un altro grave fenomeno di cui si sta attualmente registrando la preoccupante crescita è l’abbandono dei bambini e dei neonati. Secondo un lungo articolo apparso sul Washington Post, in Grecia il numero dei bambini che vengono lasciati davanti alle porte delle chiese, degli ospedali e dei centri di assistenza è in aumento perché molti genitori non possono permettersi di sfamarli né tantomeno di crescerli. “Abbandonati nei reparti di maternità delle cliniche subito dopo la loro nascita o avvolti in federe e coperte dentro a scatoloni di cartone lasciati sul sagrato delle chiese o davanti alle porte dei centri di beneficenza, i bambini abbandonati spuntano e si moltiplicano in ogni parte del Paese”, scrive il giornale citando gli ultimi dati forniti dal ministro della Sanità greco, Adonis Georgiadis, secondo cui dall’inizio della crisi il numero dei bambini abbandonati è aumentato del 336%. L’articolo sostiene pure che gli orfanotrofi statali non possono più fornire cure adeguate ai bambini ospitati a causa del loro numero in aumento e dei continui tagli ai bilanci. E per questo motivo molti degli orfani sono trascurati e malnutriti. In passato la maggior parte dei bambini abbandonati proveniva da famiglie in cui erano vittime di abusi o i cui genitori erano tossicodipendenti. “Ma ora – sottolinea il giornale – la portata del problema, la gravità dei casi e la mancanza di servizi sociali vengono amplificate dal clima di austerità e dalla crescente povertà della classe media”.

Stelios Sifnos, direttore della sezione ellenica dei Servizi sociali e ricerca dell’organizzazione umanitaria internazionale ‘SOS Villaggi dei bambini’, ha detto al Washington Post: “Questa è la conseguenza umana più tragica della crisi finanziaria. C’é bisogno di intervenire con urgenza”. 

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