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Turchia: la commissione elettorale legalizza i brogli

La Commissione elettorale superiore turca ha respinto ieri la richiesta dei partiti di opposizione di annullare il voto per l’elezione del sindaco della capitale Ankara a causa dei numerosi brogli denunciati e documentati da parte del partito di governo. Era stato in particolare il Partito repubblicano del Popolo (Chp) a chiedere di annullare l’elezione del 30 marzo scorso accusando il Partito per la giustizia e lo sviluppo Akp al governo di aver vinto truccando il voto. Al Chp pochi giorni fa era comunque già stato negato il riconteggio delle schede elettorali. Il candidato sindaco del partito di opposizione nella capitale, Mansur Yavas, ha reagito affermando che il Chp prenderà “ogni iniziativa legale a sua disposizione” per contestare la decisione della Commissione, compreso il ricorso alla Corte costituzionale. “Daremo la caccia ad ogni singolo voto ad Ankara” ha detto Yavas. Ankara era considerata una piazza elettorale chiave per l’Akp e il suo candidato Melih Gokcek, che è primo cittadino della capitale da ormai 20 anni, e che ha ottenuto il 44,79 per cento, appena un punto percentuale in più dello sfidante Mansur Yavas.

 

 

Intanto nel paese le minacce da parte del premier liberal-islamista Erdogan contro i suoi nemici interni ed esterni sembrano tramutarsi in realtà. E’ un iscritto al Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp), il partito di governo, l’uomo che l’altroieri ha preso a pugni all’interno del parlamento il leader d’opposizione di centrosinistra Kemal Kilicdaroglu. A renderlo noto ieri pomeriggio è stato lo stesso vice segretario dell’Akp Husseyin Celik, che ha anche annunciato l’espulsione con effetto immediato dell’uomo dal partito. L’assalitore, che non si capisce come sia riuscito ad entrare indisturbato se non grazie alla complicità di alcuni parlamentari del suo partito, si chiama Orhan Ovet ed ha colpito con calci e pugni il segretario del Partito repubblicano del popolo (Chp) poco prima del suo intervento alla riunione settimanale del suo gruppo parlamentare. Fermato poco dopo dalle forze dell’ordine l’uomo è stato rilasciato ma essendo già stato condannato per altri reati rientrerà a breve in carcere per aver violato le norme relative alla libertà condizionata. 

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