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Gaza. Affondata “L’Arca”, la nave della libertà

Nena News â€“ L’â€Arca di Gazaâ€, l’imbarcazione della coalizione Freedom Flotilla ormeggiata nel porto di Gaza, è stata affondata nella notte. Secondo una prima ricostruzione alle 3.45 ore locali la guardia notturna a bordo dell’â€Arca†avrebbe ricevuto una telefonata in cui gli veniva intimato di lasciare immediatamente la barca perché sarebbe stata attaccata.

La guardia si sarebbe allontanata ma avendo visto che non era successo niente sarebbe ritornata dopo cinque minuti a bordo dell’imbarcazione. Poco dopo, però, la barca sarebbe esplosa. L’â€Arca di Gaza†è affondata parzialmente e parte di essa giace ora sul fondale marino poco profondo. L’uomo è rimasto illeso ma è stato portato in ospedale per accertamenti. Alcune fonti da Gaza, che preferiscono mantenere l’anonimato, parlano di forze speciali israeliane entrate nelle acque del porto di Gaza ieri notte. Altre, invece, parlano di spie che avrebbero piazzato degli esplosivi sul fondo della barca.

Al momento non è possibile confermare nessuna delle due versioni.

“Stiamo cercando di capire la natura del danno. Daremo aggiornamenti appena possibile†ha dichiarato Mahfouz Kabariti, Project Manager dell’Arca di Gaza. “Noi dell’Arca di Gaza e tutti i nostri partner della Coalizione della Freedom Flottilla stiamo cercando di capire come dobbiamo rispondere a questo atto codardo di terrorismo ma la nostra posizione è chiara: né questo, né altri attacchi simili fermeranno i nostri sforzi di sfidare il blocco di Gaza fin quando esso non finirà†ha aggiunto David Heap del Comitato Direttivo.

“Non è la prima volta che le barche della Freedom Flotilla vengono sabotate†spiega Ehab Lotayef, altro membro del Comitato Direttivo. “Questo attacco ha luogo proprio quando eravamo pronti a partire. Si può affondare una nave ma non puoi affondare un movimento†ha concluso Lotayef.

L’Arca di Gaza era la nuova iniziativa della campagna Freedom Flotilla. A cambiare però è il percorso: la nave, acquistata e rimessa a nuovo da attivisti palestinesi e internazionali non provava ad entrare nella Striscia di Gaza, ma ad uscire. L’obiettivo era farla salpare entro giugno, o al massimo settembre, con a bordo prodotti dell’enclave palestinese sotto assedio.

Intervistato due settimane fa da Nena News Charlie Andreasson, volontario svedese impegnato nella ricostruzione e nell’organizzazione della spedizione, aveva detto che la nave sarebbe dovuta partire con a bordo “12 internazionali, giornalisti e politici per attirare l’attenzione del mondo su questo nuovo tentativo di rompere l’assedio israeliano contro la Strisciaâ€. La nave di legno lunga 24 metri e con un cargo di 40 metri quadrati avrebbe dovuto portare con sé prodotti agricoli, olio d’oliva, datteri, spezie, stoffe e ricami. Tutti beni prodotti a Gaza perché, secondo Adreasson, “non cerchiamo aiuti umanitari ma commercio vero e proprioâ€. Nena News.

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