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No alla chiusura di Pediatria a Portogruaro

Il 31 maggio 2014, secondo il cronoprogramma della direzione generale dell’Asl 10, sarà il giorno in cui verranno disattivati i posti letto della degenza di Pediatria presso l’ospedale di Portogruaro.
 
È degno di un paese civile far viaggiare a bordo di un’ambulanza un bambino “critico” per farlo ricoverare a San Donà? È degno di un paese civile prevedere la Pediatria in un paese e la Chirurgia e la Rianimazione in un altro lontano 30 km? Ma quanti giri dovranno fare i parenti dei piccoli pazienti?
In nome di cosa si taglia questo   reparto? perchè si lascia il  territorio senza specialisti, si risparmia sulla salute e sulla vita delle persone?
Portogruaro è una cittadina molto popolosa, ha un grosso bacino d’utenza proveniente dai paesi limitrofi, nonché si trova a ridosso di un litorale che richiama ogni estate migliaia di turisti; per questo riteniamo che Portogruaro non debba essere privata del reparto di Pediatria. Il Pronto soccorso cittadino non può essere sovraccaricato anche dei casi pediatrici. È necessario che un bambino venga visitato e gestito da un pediatra, senza far pesare sul piccolo paziente e i suoi familiari ulteriori disagi.
Siamo stufi di sentirci dire che viviamo in zona periferica, che dobbiamo cambiare mentalità e che non possiamo più pretendere di avere l’ospedale sotto casa!
Questa direzione generale, aizzata dalla destra alla guida della Giunta regionale, pretende che i cittadini si rassegnino a vivere in luoghi dove i servizi sanitari vengono indeboliti. Esistono i grandi ospedali e al restante territorio sono lasciati i debiti da pagare.
Bramezza e Padrin più volte ci hanno chiesto di fare un atto di fede, di credere che tutto verrà potenziato, che tutto va bene ecc. Noi non crediamo alle rassicurazioni di questi politici!
Si persegue una politica di demolizione della sanità pubblica, con l’alibi dei costi, danneggiando la possibilità di cura e   rischiando un intasamento del pronto soccorso soprattutto durante la notte e nei giorni festivi.
La sanità è il bancomat che Zaia usa per le proprie manovre economiche; la Lega utilizza le “riorganizzazioni ospedaliere” per smantellare la sanità pubblica.
Diciamo basta a questi piani! Dobbiamo mobilitarci per impedire le chiusure annunciate nel programma della direzione generale dell’Asl 10. Dobbiamo rompere la subalternità verso chi ci vuole rassegnati nell’accettare scelte politiche antisociali.

Francesco Di Cataldo Comunisti Italiani Federazione di Venezia
Andrea Bonifacio Rifondazione Comunista  Segreteria di Venezia
Antonino Marceca Partito Comunista dei Lavoratori Venezia

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