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Presidenziali turche: nazionalisti e repubblicani uniti contro Erdogan

L’opposizione istituzionale turca presenterà già al primo turno delle presidenziali del 10 agosto un candidato comune che rischia di mettere in seria difficoltà il premier Recep Tayyip Erdogan che aspira a guidare una Repubblica Presidenziale al posto dell’attuale capo di stato, anch’egli del partito liberal-islamista Akp, Abdullah Gul. 

Sarà l’ex-presidente dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic) Ekmeleddin Ihsanoglu a correre contro l’attuale premier. Il presidente del Partito di azione nazionalista (Mhp, destra) Devlet Bahceli ha accettato infatti, ieri pomeriggio, la proposta di Kemal Kilicdaroglu, leader del principale movimento d’opposizione il Partito repubblicano del popolo (Chp, centrosinistra), nel corso di un incontro durato solo 35 minuti.
In un primo meeting, il 30 maggio, Bahceli e Kilicdaroglu avevano già elaborato una rosa di nomi poi discussa con sindacati, organizzazioni imprenditoriali e associazioni. Un giro di consultazioni che aveva come obiettivo individuare un candidato con un profilo il più trasversale possibile. “Stiamo proponendo un nome che sarà accettato da tutti e sarà visto come un modello grazie alla sua caratura, onestà, esperienza e cultura cioè Ekmeleddin Ihsanoglu” ha dichiarato Kilicdaroglu a fine incontro incassando poco dopo l’ok Bahceli.
Ihsanoglu, nato al Cairo nel 1943, musulmano praticante e accademico di lungo corso, si occupa di studi islamici, relazioni tra mondo musulmano e occidente e tra Turchia e paesi arabi. “Accolgo la decisione condivisa di Chp e Mhp con rispetto e gratitudine” ha dichiarato ieri dopo l’annuncio della sua candidatura. Professore dal 1984 ha insegnato nelle più prestigiose università turche e internazionali come Harvard e lavorato per l’Unesco. Una brillante carriera coronata nel 2005 dall’elezione ai vertici dell’Oic grazie al sostegno e il lavoro di lobby del governo turco. Si tratta comunque di un candidato conservatore, liberista e islamista che difficilmente potrà conquistare il consenso degli ambienti più progressisti e laicisti dell’opinione pubblica turca ma forse, almeno nelle intenzioni di Mhp e Chp, togliere consensi moderati a Erdogan.

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