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Corea del Sud: ondata di suicidi e omicidi nelle forze armate

Con la morte di due militari confermata il 12 agosto dai vertici della Difesa di Seul, si è riaccesa l’attenzione del paese sull’alto numero di suicidi tra i militari. I due caporali, due ventenni che prestavano servizio nella 28ma divisione di fanteria presso la frontiera con il Nord, sono stati trovati impiccati nelle loro abitazioni durante un periodo di licenza.
Una delle due vittime più recenti aveva già tentato il suicidio nell’ottobre dello scorso anno e il suo congedo era stato posticipato su richiesta della madre. Il mese scorso, cinque soldati della stessa divisione erano stati arrestati per la morte di una recluta 23enne, oggetto da tempo di atti di bullismo.
A giugno altri due militari si erano suicidati e, altro evento che ha accresciuto la preoccupazione per le condizioni in cui si trovano molte reclute, lo stesso mese un sergente di 22 anni aveva sparato sui compagni di camerata, uccidendone cinque. Anche in questo caso, la molla erano state le pesanti umiliazioni a cui i commilitoni lo sottoponevano.
Quelli che riguardano la 28ma divisione dell’esercito sudcoreano sono casi limite, ma segnalano un malessere profondo che interessa i giovani coscritti, che costituiscono la maggioranza dei quasi 700.000 effettivi delle forze armate sudcoreane. La giovane età, le dure condizioni di vita e di preparazione e un diffuso bullismo, oltre a una tensione spesso esagerata giustificata dai presunti piani di invasione dei coreani del nord rendono spesso l’esperienza militare un tempo difficile e spesso insopportabile.

Casi che rendono precarie le statistiche, in miglioramento nell’ultimo anno, con 79 casi di suicidi di uomini in divisa a fronte di 97 nel 2011. I vertici delle forze armate minimizzano, parlando di statistiche inferiori della metà della media nazionale di 23,5 suicidi ogni 100.000 abitanti per i maschi tra 20 e 29 anni d’età, tuttavia evidenziano un disagio concreto, parte di quello più ampio della gioventù coreana.

La Corea del Sud ha già di per sè tra i più alti tassi di suicidi al mondo. La competitività nella società e l’estesa precarietà del lavoro sono una sfida che in troppi non riescono ad affrontare.

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