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Pane insanguinato

Il pane… lo compriamo ogni giorno nei negozi. Talvolta lo gettiamo nella spazzatura. Non ci sfiora nemmeno l’idea di considerarlo qualcosa di importante, prezioso, di cui è impossibile fare a meno e senza il quale è impossibile vivere.

In una Ilovajsk, Repubblica Popolare di Doneck, alla seconda settimana di assedio e praticamente rasa al suolo, il pane è diventato il bene più prezioso. L’esercito ucraino, circondando la città e impedendo la formazione di qualsiasi corridoio umanitario ai suoi abitanti, distrugge deliberatamente ogni infrastruttura vitale: l’acquedotto, i negozi, le farmacie e l’ospedale. 

A Ilovajsk, al centro di un’asperrima battaglia per aprire la strada al cuore del Donbass, Doneck, vi sono migliaia di persone, senza possibilità di scappare. Per loro, il pane è diventato il principale, spesso l’unico, alimento. 

Riescono a consegnarlo loro tramite piccole scorte, che viaggiano sotto il bombardamento dei cecchini e dei tiri di artiglieria. Per questo pane pagano con la vita i miliziani: mariti, fratelli, figli dei civili a cui è destinato. Ne lasciano ai più deboli e bisognosi, il resto lo masticano lentamente, divorandolo fino all’ultima briciola e senza sapere quando ci sarà il prossimo. O se ci sarà. 

Questo è il  pane della guerra: pane intinto nel sangue di chi lo consegna e, spesso, delle lacrime di chi lo mangia, seduto nei sotterranei. In verità non è saporito, o caro, come quei formaggi con la muffa, quel prestigioso prosciutto spagnolo o le olive greche… ma questo pane dà agli uomini la Vita. Mentre tutto il resto nel Donbass la toglie.

E quando qualcuno da voi farà storie per le delizie d’importazione, raccontategli del pane di Ilovajsk, mostrategli queste foto. E se quest’uomo rimarrà cieco e sordo, cancellatelo dalla vostra vita. Meglio se per sempre. 

Pensieri di un miliziano

Aleksandr Petrakov

http://antifashist.com/item/krovavyj-hleb.html (traduzione Paolo Selmi)

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