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Erdogan vola a Cipro e provoca

Dopo la visita del neo-presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella zona nord di Cipro, occupata dalla Turchia dal 1974, è iniziata una vera e propria guerra di dichiarazioni fra Ankara e Atene. Il presidente turco, nella sua prima uscita all’estero da capo dello stato, ha attaccato il governo di Nicosia, che amministra la parte sud dell’isola cipriota, incolpandolo di non favorire un “approccio positivo” per la riunificazione dell’isola. Immediata la risposta di Atene. Attraverso il portavoce Kostantinos Koutras, il governo greco ha bollato come “illegale” la visita di Erdogan nella “parte occupata di Cipro”. Da Atene fanno sapere inoltre che il capo dello stato turco, attraverso le sue dichiarazioni, ha “confermato il permanere della linea aggressiva di Ankara nei confronti della Repubblica di Cipro”. Le polemiche sollevate da queste dichiarazioni provocatorie di Erdogan rischiano di intralciare ulteriormente le trattative già in stallo, iniziate nei primi mesi di quest’anno su una possibile riunificazione fra le due comunità, greca e turca, che popolano Cipro.

Intanto nonostante le feroci polemiche nei suoi confronti Kemal Kilicdaroglu, leader del principale partito di opposizione turco, il Partito Repubblicano del Popolo (il liberale e nazionalista Chp) è stato confermato alla guida del partito nonostante la recente disfatta alle elezioni presidenziali.

Kilicdaroglu non si era di fatto presentato come candidato alle presidenziali ma la sua decisione di fare causa comune con il partito di Azione Nazionalista (Mhp, laico ma di destra) è stata assai criticata: la scelta di Ekmeleddin Isanoglu – 70enne intellettuale e musulmano praticante, un tentativo di sottrarre voti a destra ai liberal-islamisti del Partito per la Giustizia e Sviluppo (Akp) – ha raccolto appena il 38% dei voti contro il 52% di Erdogan.

Un bottino assai minore del previsto: secondo i critici di Kilicdaroglu molti elettori laici e di sinistra non se la sono proprio sentita di scegliere un candidato conservatore e islamista espressione di un’alleanza con un partito apertamente di destra. Il congresso straordinario del Chp ha tuttavia confermato la linea di Kilicdaroglu – accusato di voler virare a destra – con 740 voti favorevoli e 410 contrari.

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