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Colombia. Le Farc a Santos: “non siamo narcotrafficanti”

“Non abbiamo mai ammesso né ammetteremo mai di essere trafficanti di droga o che i fatti che configurano il complesso fenomeno del narcotraffico si assimilino, nel loro complesso, a quello che sono il delitto politico e la ribellione”: così le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) hanno risposto al presidente Juan Manuel Santos che li ha descritti ieri come un’organizzazione dedita al narcotraffico.

Impegnati in un complesso negoziato di pace con il governo, i guerriglieri più longevi dell’America Latina hanno rivendicato il loro carattere rivoluzionario e il loro rifiuto categorica a ciò che hanno descritto come “un affare capitalista nocivo”.

In una nota, guerriglieri hanno descritto la droga come “un fenomeno complesso” degno di un ampio dibattito sociale, che è stato semplicemente – hanno detto – un mezzo per raggiungere i loro obiettivi rivoluzionari. In questo senso, il gruppo indica come i veri colpevoli “le vere organizzazioni e reti criminali transnazionali, il cui nido è il potere del mondo finanziario mondiale” nonché il governo colombiano stesso, che secondo le Farc ha tratto beneficio dal narcotraffico.

“Nel caso della Colombia – sostengono – questo potere è stato cristallizzato in gruppi del settore bancario, economico e delle élites politiche legate al riciclaggio di denaro, alla speculazione, all’edilizia, all’industria, al latifondismo, al paramilitarismo, dai tempi del direttore dell’aviazione civile che dal gennaio 1980 all’agosto 1982 che concesse centinaia di autorizzazioni per la circolazione degli aerei per le piste di atterraggio dei capi del narcotraffico”.

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