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Istanbul: organizzazione comunista rivendica il fallito attentato di capodanno

Una organizzazione turca di estrema sinistra, alla quale viene attribuito l’attentato del 2013 all’ambasciata degli Stati Uniti ad Ankara, ha rivendicato un fallito attacco contro le forze della polizia ad Istanbul.

In un comunicato pubblicato sul suo sito internet, il Partito/Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (DHKP-C) afferma che l’uomo armato bloccato dalla polizia il primo gennaio scorso davanti al palazzo di Dolmabahçe è un guerrigliero del gruppo. Identificato come Firat Oezcelik, l’uomo ha lanciato due granate a mano – che però non sono esplose – contro gli agenti in alta uniforme che stazionano davanti al palazzo imperiale di Dolmabahçe, sulla riva europea del Bosforo. L’uomo è stato immediatamente arrestato.

Nella sua rivendicazione, il DHKP-C ha sostenuto di aver organizzato l’attentato in rappresaglia per la morte di Berkin Elvan, un adolescente morto nel 2014 in seguito alle ferite procurategli dalla polizia durante una manifestazione anti-governativa nel giugno del 2013. 
Gli uffici stambulioti del primo ministro – carica ricoperta da Ahmet Davutoglu dopo l’elezione di Recep Tayyip Erdogan alla presidenza – sono situati a poche centinaia di metri dal palazzo di Dolmabahce.

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