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Condanne alla strage di Parigi dal mondo islamico

Studiosi, istituzioni religiose ed educative, leader politici e governi di tutto il mondo islamico sono uniti nella condanna dell’attacco alla sede del settimanale francese Charlie Hebdo, che ha provocato ieri 12 morti.

Al Azhar, la più alta istituzione religiosa egiziana, considerata autorevole espressione dell’Islam sunnita, ha sconfessato gli autori del “criminale attacco armato” in una dichiarazione diffusa dalla stampa. La religione islamica, vi si legge, “denuncia qualsiasi violenza”. Anche vari autorevoli studiosi di tutto il mondo hanno seguito questa linea. Rilevante la presa di posizione di Tariq Ramadan, pensatore basato a Ginevra e nipote del fondatore dei Fratelli musulmani Hasan al-Banna, che ha affidato a Twitter la sua presa di posizione.

“Contrariamente a quanto sarebbe stato detto dagli assassini dell’attacco contro la sede di Charlie Hebdo, non è il Profeta che è stato vendicato, ma è la nostra religione, i nostri valori e i principi islamici che sono stati traditi e disonorati”, si legge sul suo profilo. “No, no, no! La mia condanna è assoluta e la mia rabbia è profonda rispetto a questo orrore”, ha scritto ancora Ramadan.

Di “crimine barbaro e orribile” che “non può essere giustificato da alcuna religione” ha parlato invece Wael Shihab, esperto di sharia del sito onislam.net, augurandosi che “i colpevoli siano assicurati alla giustizia”. Stessa condanna della violenza nelle parole di Khaled Hanafy, che guida il Consiglio degli studiosi islamici in Germania e ha invitato a reagire ad eventuali “insulti al Profeta” attraverso “il pensiero, l’arte e le opinioni, non con l’assassinio e il terrorismo”. “Il Profeta [Maometto] è stato attaccato fisicamente e insultato verbalmente più volte alla Mecca. Mai uno dei suoi compagni ha reagito uccidendo chi l’aveva fatto”, ha scritto su Facebook anche l’intellettuale di origine pakistana Yasir Qadhi, considerato vicino alle posizioni dell’Islam conservatore.

Non sono mancate le prese di posizione del mondo politico: la più importante è arrivata dal segretario della Lega araba Nabil al-Arabi, che ha “condannato fermamente l’attacco terroristico”, così come hanno fatto separatamente vari governi tra cui quello saudita e quello libanese. Parole di condanna sono giunte anche dall’Associazione dei giornalisti siriani, vicina all’opposizione, che  si oppone “fortemente a qualunque giustificazione per questo crimine  che viola i valori umani e i principi di base di qualunque religione”.

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