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Alta Velocità: in ritardo la Medina-Mecca, l’ira dei sauditi su Madrid

Errori di progettazione e ritardi sulla tabella di marcia dei lavori stanno mettendo a repentaglio il maxi progetto dell’alta velocità (Ave) nel deserto, per il collegamento fra la Medina e la Mecca, il maggiore appalto all’estero vinto da un consorzio di 12 imprese spagnole, per un valore complessivo di quasi 7 miliardi di euro.
Agli iniziali problemi di progettazione dell’opera si unisce la complessità dell’esecuzione del tracciato di 400 chilometri, quasi tutti in pieno deserto.
Secondo quanto riferiscono i media iberici, a far suonare l’allarme è stata una dura lettera inviata a fine dicembre al consorzio dal nuovo ministro ai trasporti dell’Arabia Saudita, Abdullah bin Abdulrahman Al Muqbel, ingegnere di formazione ed ex sindaco di Riad, nella quale ha fortemente criticato il progetto.
Dopo una visita sorpresa a diversi tratti del tracciato, il ministro saudita si è mostrato molto infastidito dallo stato di avanzamento del così detto ‘treno dei pellegrini’ e non ha esitato a esigere pubblicamente al consorzio spagnolo Al Shoula un piano di emergenza, da presentare entro due mesi, per accelerare le opere. Pena, la rottura del contratto miliardario.
L’Alta velocità, che dovrebbe collegare in 2 ore e 30 minuti la Medina e la Mecca, dovrebbe essere operativa nel dicembre 2016, per trasportare oltre 244.000 passeggeri nel 2017, e più del doppio – 530mila – nel 2044. Ma nessuno, sia nel consorzio che nel governo saudita, è in grado attualmente di confermare la data di inaugurazione, indicata nell’appalto vinto 3 anni fa dal consorzio di imprese iberiche. Fra le maggiori difficoltà emerse in fase di esecuzione delle opere, il fatto che il 48% del terreno sul quale si sviluppano i 450 chilometri di doppia via ferrata elettrificata è costituito da pianure sabbiose, soggette a movimenti di arena di cinque metri al secondo, anche con venti deboli. Nelle zone più pericolose, i tecnici hanno realizzato la via ferrata su placche di cemento, molto più care ma più facili da pulire, per limitare l’impatto dei movimenti della sabbia.
Tuttavia, mentre si cercano soluzioni tecniche per un’opera di ingegneria sicuramente complessa, si posticipano i termini per la consegna dei differenti tratti dell’Alta Velocità. Il governo dell’Arabia Saudita lamenta la mancanza di un unico interlocutore nel raggruppamento di imprese e avrebbe chiesto la rimozione di Pablo Vazquez, presidente del consorzio e della società ferroviaria spagnola Renfe, uomo di fiducia del ministro spagnolo delle infrastrutture, Ana Pastor (Partito Popolare). Da parte loro, le imprese addebitano gran parte dei ritardi all’iniziale mancata consegna dei terreni e non ritengono realistico che, da parte araba, si voglia mantenere la data di inaugurazione al dicembre 2016. Per placare il malcontento del ministro saudita, il consorzio prevede di nominare un nuovo consigliere delegato, nelle vesti di interlocutore, che sostituisca Rafael Valero, destituito nel novembre scorso. 

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