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Kuwait: Corte Suprema conferma carcere per giornalista

Finisce con la conferma della condanna a due anni di reclusione il caso giudiziario di Ayyad Al Harbi, giornalista riconosciuto colpevole in via definitiva dalla Corte Suprema del Kuwait di aver offeso l’emiro Sabah Al-Ahmad Al-Sabah.
Al Harbi, cronista ventenne del portale Sabr, era stato arrestato nel maggio dello scorso anno per aver twittato sul suo profilo, che conta circa 13.000 followers, alcuni versi del poeta iracheno Ahmad Mattar. I versi, apertamente critici nei confronti delle dittature in generale, sono stati interpretati dalle autorità del piccolo regno feudale come un chiaro riferimento alle politiche dei leader delle petromonarchie e dell’emiro Al-Sabah in particolare.
Secondo la legge dell’emirato le critiche alla principale autorità della monarchia feudale sono perseguibili con pene fino a cinque anni di reclusione.
Il Kuwait guarda con molta severità ai social network. Negli ultimi mesi sono stati arrestati anche satiristi, blogger, attivisti per aver condiviso on line contenuti non graditi o ritenuti offensivi e minacciosi nei confronti del governo e della famiglia reale. A giorni é atteso l’appello alla Corte suprema dell’ex parlamentare Musallam Al-Barrak, reo di aver “insultato” l’emiro durante una manifestazione del 2012 e già condannato a due anni di carcere in primo e secondo grado.

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