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Israele arresta i drusi che protestano contro il sostegno ai jihadisti

La polizia israeliana ha messo a segno nel corso della notte diversi arresti nella comunità drusa del Golan occupato, i cui esponenti sono accusati di aver assaltato lunedì sera un’ambulanza che trasportava due jihadisti rimasti feriti nel corso di combattimenti con le forze leali a Damasco dall’altra parte del confine. Uno dei due feriti è morto mentre l’altro è ricoverato in fin di vita in seguito al linciaggio da parte della folla inferocita contro i miliziani di Al Nusra tollerati da Israele che negli ultimi giorni si sono accaniti proprio contro la folta comunità drusa che vive in Libano e Siria.
I drusi israeliani accusano il governo di Tel Aviv di sostenere le milizie sunnite che combattono l’esercito di Bashar al Assad, responsabili di attacchi contro i loro fratelli che vivono dall’altra parte della frontiera. La comunità inoltre accusa le autorità israeliane di “inazione” nei confronti della grave minaccia che pesa sui curdi in Siria.
Finora, secondo i mezzi di informazione locali, la polizia ha arrestato nove persone sospettate dell’aggressione, preceduta poche ore prima da un altro attacco contro un’ambulanza. Dal canto loro le autorità di Tel Aviv sostengono di soccorrere a titolo “umanitario” i feriti recuperati alla frontiera con la Siria, rigettando le accuse di sostenere i combattenti qaedisti del Fronte al Nusra, pur non escludendo che tra i feriti a cui viene data assistenza possano esserci dei miliziani dell’organizzazione guidata da Al Zawahiri.
Israele sostiene inoltre che i due feriti a bordo dell’ambulanza assaltata lunedì sera fossero dei civili.
I drusi israeliani sono circa 110.000. Inoltre 20.000 drusi vivono nella parte occupata e successivamente annessa delle Alture del Golan. Pur non avendo la cittadinanza israeliana hanno un lasciapassare che gli consente di recarsi in Israele.

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