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Dopo la Catalogna, addio alla Corrida anche alle Baleari

 ‘Corrida Adiós’ anche nelle Baleari: l’arcipelago catalano nel mediterraneo vieterà la contestatissima tradizione spagnola a partire dall’anno prossimo e diventerà la terza regione dello stato ‘corrida-free’ dopo Catalogna e Canarie. I tre partiti che da giugno formano la nuova maggioranza di governo a Maiorca – i socialisti, Podemos e i nazionalisti catalani di Mas – hanno avviato l’iter parlamentare che porterà nelle prossime settimane all’approvazione del divieto.
L’iniziativa è partita da due associazioni animaliste, ‘Mallorca Sense Sang’ e ‘Cas Internacional’, che sono riuscite ad ottenere l’appoggio del ‘tripartito’ baleare. Podemos non ha avuto bisogno di essere convinto. Le nuove giunte comunali formate dal partito di Iglesias e da altre forze di sinistra che hanno preso il potere in giugno in diverse grandi città spagnole come Madrid, Saragozza o La Coruña hanno già deciso o annunciato il taglio dei fondi pubblici alla corrida e alle altre attività taurine.
A Madrid il sindaco Manuela Carmena vuole anche chiudere la scuola dei toreri. Ha annunciato il taglio delle sovvenzioni e vuole sfrattarla da un terreno di proprietà del comune. Ma la scuola dovrebbe essere salvata dalla regione di Madrid, guidata dalla estremista del Pp, Cristina Cifuentes.
Con la corrida l’anno prossimo spariranno dalle Baleari anche le corse con i tori, i correbous’, fra cui quello secolare di Fornalutx, il più famoso dell’arcipelago. Tutte forma di “tortura” contro gli animali denunciano gli animalisti. E per di più tuona il deputato regionale nazionalista David Abril, “un simbolo della Spagna rancida”. Il veto delle Baleari prefigura lo scontro politico che molti prevedono sulla corrida l’anno prossimo in Spagna se il Partito Popular del premier Mariano Rajoy, che la difende come una valore tradizionale secolare e l’ha fatto proclamare ‘bene culturale nazionale’, perderà le politiche di dicembre.

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