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Lo scontro tra sciiti e sunniti favorisce l’Isis

L’improvviso inasprimento della tensione tra Iran e Arabia Saudita nel già infuocato clima provocato in Medio Oriente dalla destabilizzazione operata dalle correnti fondamentaliste sunnite, wahabite e salafite, finirà per favorire l’Isis, la cui retorica e pratica si basa soprattutto sull’esasperazione delle divisioni politiche e confessionali tra sciiti e sunniti.
E’ la lettura che offrono diversi analisti mediorientali mentre la regione è segnata da nuove violenze a sfondo religioso innescate dalla condanna a morte, eseguita dalle autorità saudite, di Nimr al Nimr, influente predicatore sciita da più parti considerato vicino all’Iran e messo a morte da Riad, dopo tre anni di prigione, per aver partecipato alle proteste della minoranza sciita contro la discriminazione subita dal regime dei Saud.
In Iraq due moschee sunnite erano sono state attaccate nella regione centro meridionale di Hilla, a maggioranza sciita. Ma esponenti governativi locali hanno sottolineato come sia l’Isis, e non altri, a voler soffiare sul fuoco dell’incendio appiccato dalla morte di Nimr. Un rappresentante del consiglio provinciale di Hilla, Falah Khafaji ha voluto allontanare ogni sospetto su eventuali miliziani sciiti per l’attacco alle due moschee sunnite, ed ha ribadito quanto viene ripetuto già nelle capitali mediorientali: l’Isis ha l’obiettivo di infiammare lo scontro confessionale e può approfittare delle conseguenze dell’uccisione di Nimr. Secondo Ghassan Sharbel, autorevole editorialista libanese di al Hayat, quotidiano panarabo, edito a Londra e di proprietà di un magnate saudita, il gruppo jihadista ha tutto da guadagnare da un approfondimento del solco tra sunniti e sciiti nel contato dello scontro tra Iran e Arabia Saudita. Solo nelle ultime settimane i conflitti in corso in Yemen, Siria e Iraq, e nei quali Riad e Teheran sono impegnati direttamente a sostegno dei rispettivi riferimenti locali, sembravano aver raggiunto possibili momenti di svolta, con accordi locali e aperture reciproche tra i belligeranti. Anche in Libano, ricorda Sharbel, l’elezione del presidente della Repubblica sembrava a un passo con un accordo regionale raggiunto anche tra Iran e Arabia Saudita. Se saltano i tavoli negoziali, scrive il giornale as Safir di Beirut, i conflitti riprendono con maggior vigore e l’Isis avrà vinto di nuovo.

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