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Turchia. Dündar scampa a un attentato

Spari, per fortuna a vuoto, su Can Dündar davanti al Tribunale di Istanbul.  Lì il direttore del quotidiano Cumhuriyet attendeva col collega Gül la sentenza per l’accusa di tradimento rivolta loro, dopo lo scoop con cui, nei mesi scorsi, la testata d’opposizione aveva smascherato uno dei trasferimenti di armi ai jihadisti siriani, complice l’Intelligence di Ankara. Le armi erano celate in sedicenti casse di medicinali. Tutto venne filmato e divulgato facendo salire l’ira di Erdoğan che ha direttamente accusato i due giornalisti di tradimento. E “Tu sei un traditore” sono le parole che ha gridato lo sparatore su cui si sono provvidenzialmente gettati la moglie del direttore, Dilek, che gli era vicino nella piazza antistante il palazzo di Giustizia e l’avvocato Erkek, che è anche un deputato repubblicano. Quindi sono intervenuti agenti ad arrestare l’uomo.

Si chiama Murat Șahin, è un quarantenne nativo in una cittadina nel cuore dell’Anatolia, i suoi  colpi hanno ferito un fotografo che si trovava accanto al giornalista.  Sull’attentatore l’agenzia Anadolu afferma trattarsi di un pazzo, ma Dündar stesso ha commentato “certamente so chi lo ha incitato”. Si riferisce alla campagna d’odio lanciata, neanche tanto velatamente, dal presidente turco contro l’opposizione e contro la stampa che ha visto pesanti ingerenze, licenziamenti, cancellazione di libere testate o trasformazione delle stesse in organi di sostegno al regime. Fino a giungere a occupazioni poliziesche delle redazioni, arresti, processi e ora attentati diretti.

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