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Incidenti sul lavoro: 40 miliardi di “danni collaterali”

Della vita della gente che lavora, a imprenditori e politici, non importa molto. Basta ricordare il terribile e cinico applauso dell’Assise di Confindustrai in solidarietà all’amministratore delegato di ThyssenKrupp, condannato per omicidio volontario per la stragenello stabilimento di Torino (7 morti). C’è solo da sperare che almeno si preoccupino dei “costi economici” delle morti sul lavoro.

«Le ultime stime parlano di un costo di 45 miliardi di euro: sono dati Inail del 2005, ma nonostante il calo di incidenti, credo che siamo ancora oggi sopra i 40 miliardi». Così Lorenzo Fantini, dirigente della divisione “Promozione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro” del ministero del Lavoro, a margine din un convegno nella sede romana dell’Inps.

«Quando l’Europa ci chiede un calo del 25% degli infortuni entro il 2012 – ha continuato Fantini – parliamo quindi di risparmiare qualcosa come l’equivalente di due Finanziarie e, cosa più importante, di salvare delle vite umane».

Certo, detto da un collaboratore di Sacconi – che ha modificato il Testo Unico sulla sicurezza, abolendo di fatto gran parte della legge 626 – l’accento sembra cadere più sui soldi che sulle vite.

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