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Stipendi fermi, prezzi degli alimentari in cielo

Il dramma si va preparando sotto gli occhi di tutti. ieri l’Istat ha presentato contemporaneamente due rilevazioni illuminanti, se messe proprio una accanto all’altra. Le retribuzioni in aprile sono rimaste ferme; i salari degli italiani sono rimasti sostanzialmente immobilii rispetto al mese precedente (+0,1%) e non sono riusciti ad agganciare il caro vita su base annua.

Al contrario, il divario tra la crescita delle buste paga (+1,8%) e il tasso d’inflazione (+2,6%) si amplia sempre di più. Dalla fotografia dell’Istat sui salari emerge anche come siano ancora 4,8 milioni i dipendenti che aspettano il rinnovo del contratto, con tempi di attesa che diventano più lunghi, addirittura doppi a confronto con l’anno scorso. Gli stipendi ad aprile hanno potuto contare su alcuni aggiornamenti, con l’applicazione di clausole tabellari che hanno determinato degli aumenti tabellari. Ma si è trattato di rialzi minimi che non sono riusciti a spingere le retribuzioni oltre lo 0,1% congiunturale. Guardando al confronto con l’aprile del 2010, la crescita dei salari è nettamente al di sotto di quella dei prezzi al consumo. È così da settembre del 2010 che le retribuzioni viaggiano sotto la soglia dell’inflazione. Ed è ancora da più tempo che la distanza tra i due valori non raggiungeva questi livelli (il +1,8% delle buste paga contro il +2,6% dell’inflazione). Intanto, sul fronte contrattuale ad aprile l’Istat certifica il rinnovo degli accordi per i dipendenti delle poste e delle radio e televisioni private, mentre è scaduto quello per i giornalisti. A fine mese sono, quindi, ancora 37 gli accordi non più in vigore, relativi a circa 4,8 milioni di dipendenti, equivalenti al 36,7% del totale. Distinguendo tra i diversi comparti, si va dal 100% di copertura contrattuale del settore agricolo, al 94,6% per l’industria e al 63,5% per i servizi privati. Totalmente scoperta è, invece, la pubblica amministrazione, visto il blocco iniziato nel 2010, che andrà avanti fino al 2012. Il congelamento delle buste paga per gli statali innalza la media dei tempi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto, che ad aprile raggiunge in media i 16,1 mesi, una cifra quasi doppia a confronto con lo stesso mese del 2010 (8,5). I dati diffusi dall’Istat preoccupano i consumatori, secondo Federconsumatori ed Adusbef, infatti, il divario «tra crescita dell’inflazione e quella delle retribuzioni», pesa sul potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso che «subirà in termini assoluti un’ulteriore caduta di 240 euro annui».

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