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Fincantieri. Domattina a Roma, manifestazione e trattativa

Una battaglia per la vita o la morte della cantieristica per grandi navi. I lavoratori Fincatieri di tutta Italia stanno preparandosi a venire a Roma, dove stamattina manifesteranno per le strade della città. Mentre i sindacati di categoria (Fiom, Fim e Uilm) incontrerannio l’azienda nella sede del ministero dello Sviluppo Economico di viale Boston, all’Eur.
Si muovono con tutti mezzi possibili – auto, treno o pullman – per dire «no» ai 2.550 esuberi e alla chiusura degli stabilimenti Fincantieri di Castellamare di Stabia e di Sestri Ponente. Pronti a impedire quello che ritengono un vero e proprio smantellamento della cantieristica pubblica (quella privata, che pure esiste, si èè concentrata tutta nel settore delle piccole imbarcazioni o degli yatch di lusso, scansando problemi – e investimenti – associati al naviglio di grandi dimensioni. Dalla Liguria, la regione più colpita dal piano con la chiusura di Sestri e il ridimensionamento di Riva Trigoso, arriveranno nella capitale diverse centinaia di lavoratori. Operai, in primo luogo, ma anche impiegati della direzione di Genova, uniti come mai negli ultimi anni. Con il pieno appoggio delle istituzioni locali (il governatore Burlando, il sindaco di genova Marta Vincenzi. L’armatore Vincenzo Onorato si è detto pronto a rinnovare la propria flotta servendosi proprio da Fincantieri. Nel vertice tra Regione, Tesoro e Cassa Depositi e Prestiti si sono esaminate idee per dare competitività alla cantieristica italiana. Le rassicurazioni dell’a.d., Giuseppe Bono, non hanno raccolto nessuna fiducia tra i dipendenti. «Nelle ultime ore sono più fiducioso», commenta il governatore Burlando, forte dell’ormai imminente firma dell’accordo sul ribaltamento a mare del cantiere di Sestri Ponente (70 milioni di investimento).
Un appello al ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, è arrivato anche dal sindaco di Castellammare di Stabia (Napoli), duramente contestato nei giorni scorsi per la sua «disattenzione» vero la vertenza. «Castellammare di Stabia vuole mantenere il suo posto nel mondo delle costruzioni navali. La crisi generale del gruppo Fincantieri non può essere fatta pagare interamente e solo a porzioni di esso e, segnatamente, al cantiere di Castellammare e ai suoi lavoratori».

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