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Soros: inevitabile uscita dall’euro dei paesi deboli. Piano B per la Ue


L’Europa dovrà introdurre presto un meccanismo che consenta alle economie più deboli di uscire dall’euro. Lo ha detto il finanziere George Soros ieri a Vienna dove ha definito questa prospettiva «nelle attuali circostanze, probabilmente inevitabile», come riporta l’agenzia Bloomberg. Per Soros, 80 anni, creatore e presidente del Soros Fund Management con oltre 28 miliardi di dollari di asset, «siamo vicini a un disastro economico che dovrebbe iniziare, possiamo dirlo, in Grecia, ma che potrebbe facilmente espandersi. Il sistema finanziario rimane estremamente vulnerabile».

Sui mercati pesano i timori che la Grecia (terzo paese a ricevere gli aiuti internazionali oltre a Irlanda e Portogallo) non approvi il nuovo piano di austerità, necessario per ottenere nuovi fondi ed evitare il default. Una preoccupazione che ha spinto l’euro ai minimi storici contro il franco svizzero nella settimana appena trascorsa.

«Credo che la maggior parte di noi sia concorde nel vedere nell’euro la crisi dell’Europa», ha precisato Soros. «È un tipo di crisi finanziaria in continua evoluzione. Un crisi attesa. Molti se ne sono accorti. Le autorità stanno cercando di prendere tempo, ma questo giocherà a loro sfavore»

Soros è diventato famoso oltre che ricchissimo per avere scommesso nel 1992 un miliardo di dollari contro la sterlina che in effetti, prima dell’arrivo dell’euro, ha dovuto uscire dall’allora sistema di cambi europeo. Quello di ieri non è stato il suo primo allarme. Già lo scorso gennaio al World Economic Forum di Davos in Svizzera, Soros aveva manifestato preoccupazione per la tenuta della moneta unica sollecitando le autorità europee ad affrontare il problema della loro economia a due velocità, pena il collasso dell’euro.

Il piano B
Se la Grecia non dovesse approvare il piano di austerità da 78 miliardi di euro, il rischio default con contagio a Irlanda, Spagna e Portogallo (senza escludere, purtroppo, l’Italia) diventerebbe molto concreto. Ma siccome la sopravvivenza dell’euro, secondo Soros, «è vitale per tutti noi» per affrontare la crisi «è necessario un piano B alternativo che al momento non esiste» e che potrebbe richiedere «più tasse e garanzie per il sistema bancario da parte delle istituzioni europee».

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