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Pomigliano. Assemblea dei sindacati di base contro l’escalation di Marchionne

Con la comunicazione del 16 giugno scorso per procedura di “due anni di cassa integrazione speciale per cessazione di attività produttiva dello stabilimento di Pomigliano d’Arco” si è avviata la trasformazione del gruppo Fiat Automobiles da azienda nazionale di produzione automobilistica ad azienda di sola <promozione-vendite e commercializzazione dell’auto>: tra le inevitabili conseguenze l’annientamento degli attuali organici del Gruppo Italiano dell’Auto che saranno necessariamente  ridotti a poche centinaia di addetti, in prevalenza impiegati. Il processo produttivo sarà spacchettato in forme societarie tra loro separate territorialmente (F.I. Pomigliano, F.I. Mirafiori ecc.) che non consentono un attendibile “recupero” degli attuali organici di Fiat Group: basta considerare che la newco di Fabbrica Italia Pomigliano prevede la riassunzione di appena il 40% dei lavoratori attualmente addetti allo stabilimento G.Vico, numero comunque condizionato dal superamento della crisi e dal riavvio del mercato. Una crisi economica e finanziaria “non superabile” dalle fantomatiche promesse del Piano-Marchionne e che invece si aggrava su scala europea e mondiale come dimostra la stessa manovra correttiva finanziaria varata dal governo e che avrà i suoi più pesanti effetti negli anni 2013 e 2014. In tutto ciò le precedenti e non casuali scelte di abbandono degli investimenti e della ricerca in Italia hanno reso per la Fiat ancora più pesante la crisi con il conseguente crollo strutturale di produzione e vendite di questi anni.
Se – come chiede l’a.d. della Fiat e la stessa Marcegaglia – l’accordo sulla rappresentanza sindacale e la contrattazione appena siglato verrà tramutato in legge, tutte le organizzazioni aderenti ai sindacati confederali saranno costrette ad attenervisi eliminando così di fatto ogni pretesa opposizione al piano-Marchionne da parte della Fiom. Non lo Slai cobas che da lunedì, presso la propria sede di Pomigliano, raccoglierà le procure dei lavoratori per l’avvio di cause collettive e di massa che affiancheranno l’iniziativa e la mobilitazione sindacale.
Se il piano-Marchionne, la sanguinosa (per i lavoratori) manovra correttiva di stabilizzazione finanziaria e lo scippo in atto della democrazia sindacale e dei diritti dei lavoratori concordato da CONFINDUSTRIA e CGIL-CISL-UIL rappresentano una vera e propria “manovra di classe” che il padronato intende allargare dalla fabbriche Fiat in tutti i posti di lavoro sia privati che pubblici e nell’intera società, la tenuta operaia contro il piano-Marchionne che si determinerà a Pomigliano non solo influenzerà la tenuta sindacale in tutte le fabbriche del Gruppo Fiat ma contribuirà alla configurazione di una necessaria prospettiva di cambiamento “reale” dei rapporti di forza.
All’assemblea, introdotta da Vittorio Granillo (Slai cobas) sono tra gli altri intervenuti il Giuslavorista Pino Marziale, Michele Franco (USB), Alessandro Zincone (Comunisti – Sinistra Popolare).
I Sindacati di Base Slai/Cobas ed USB hanno convenuto sulla necessità dell’ avvio di iniziative unitarie e di base con l’insieme del sindacalismo conflittuale ed aperte ai movimenti di lotta. 

 

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