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Fiat sta scappando negli Usa (e altrove)

«Se qualcuno aveva ancora dei dubbi l’attuale struttura dimostra dove sta il centro direzionale: non è in Italia». Lo afferma Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom. «In Italia, invece – aggiunge Airaudo – la Fiat sta chiudendo tre stabilimenti: Cnh di Imola, Irisbus di Avellino e Termini Imerese. Noi siamo contrari a questo».

«Nella riunione al ministero per lo Sviluppo, la Fiat ha confermato che chiuderà Termini Imerese a fine dicembre. Anzi, ci hanno detto che a settembre intendono aprire la trattative per la smobilitazione». Lo dice il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone, che ha partecipato alla riunione al ministero per discutere del futuro della fabbrica siciliana.

A conferma, è nata la squadra di comando di Fiat-Chrysler, con Sergio Marchionne alla guida del gruppo ma anche del mercato nordamericano. Gianni Coda, che era numero uno degli Acquisti e di Fiat Powertrain Auto, diventa responsabile dell’Auto in Europa, Africa e Medio Oriente, Cledorvino Belini seguirà l’America Latina e Michael Manley l’Asia.

«Oggi è il momento giusto per accelerare nell’integrazione Fiat-Chrysler», commenta Marchionne, amministratore delegato delle due società, che parla di leader capaci di fare «un gruppo multinazionale efficiente in grado di competere nell’industria automobilistica mondiale». Nella nuova struttura composta da 22 top manager, si mischiano nomi Fiat e Chrysler.

Accanto a Marchionne ci sono dodici uomini del Lingotto, nove di Detroit. Tra gli italiani spicca l’assenza di Andrea Formica, attuale amministratore delegato del marchio Fiat che viene affidato a Olivier Francois, mentre sarà un uomo di Detroit, Saab Chehab, a guidare il brand Lancia/Chrysler. Lo stile resta a un italiano, Lorenzo Ramaciotti, le risorse umane vanno a una donna, Linda Knoll. Il più alto organismo decisionale, dopo il cda, sarà il Gec (Group Executive Council) analogo alla struttura esistente in Fiat prima dello scorporo delle attività di Fiat Industrial. Sarà coordinato da Alessandro Baldi e avrà la supervisione dell’andamento dei business, definirà gli obiettivi, le decisioni strategiche e gli investimenti del gruppo.

Il Gec avrà quattro strutture principali. La prima sarà composta dai quattro gruppi operativi regionali che si occuperanno della produzione e vendita di automobili; di ricambi e assistenza (Mopar), affidata a Pietro Gorlier; di componenti per auto (principalmente Magneti Marelli), guidata da Eugenio Razelli e di sistemi di produzione e fonderie (Comau e Teksid) con Riccardo Tarantini responsabile.

La seconda struttura rifletterà la focalizzazione del gruppo sui marchi. Lorenzo Sistino continuerà a guidare i Veicoli Commerciali, Harald Wester l’Alfa Romeo, Michael Manley la Jeep, Reid Bigland la Dodge.

La terza struttura sarà composta da manager che, «operando in modo traversale rispetto alle quattro regioni, guideranno con rigore e coerenza i processi industriali, ottimizzando le scelte della localizzazione dei capitali che il gruppo dovrà operare nei prossimi anni». I nomi sono Wester, che oltre a numero uno Alfa sarà anche Chief Technology Officer, Ramaciotti, Stefan Ketter (Manufacturing Technology & Coordination), Vilmar Fistarol (Vendite gruppo), Doug Betts (Qualità), Bob Lee (Powertrain Coordinator) e Mark Chernoby (Product Portfolio Management).

La quarta struttura sarà composta dalle funzioni Corporate di supporto, affidate ad Alfredo Altavilla (Business Development), Baldi (Fiat Services & Holdings), Richard palmer (Chief Financial Officer) e Knoll.

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