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La crisi taglia le unghie al Pentagono

Gli Usa «stanno affrontando tagli drammatici» al bilancio della Difesa «con implicazioni reali per le capacità dell’Alleanza». Lo ha detto il segretario Usa alla Difesa Leon Panetta nel suo primo discorso pronunciato in Europa.

La crescente pressione sui bilanci della Difesa «che sono già diminuiti» in Europa «non può essere una scusa per non assumerci le nostre responsabilità di sicurezza nazionali»: ha aggiunto. Chi pensa che il bilancio Usa possa assorbire gli shock commette «un errore», ha chiarito Panetta.

Il dipartimento Difesa «sta affrontando la richiesta di ridurre oltre 450 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni», ha detto Panetta. «Questo sarà duro, ma gestibile». «Ma se il Congresso Usa fallisce nel far fronte alla principale questione del deficit – ha messo in guardia il capo del Pentagono – dovremo affrontare tagli aggiuntivi alla Difesa che potrebbero essere veramente devastanti per la nostra sicurezza nazionale e anche per la vostra».

Se gli alleati europei non invertono la tendenza attuale, che mostra carenze di mezzi e gap di capacità, «è legittimo chiedersi se la Nato sarà ancora capace di sostenere il tipo di operazioni viste in Afghanistan e Libia senza che gli Usa si assumano la maggior parte del peso». Panetta ha parlato prima della ministeriale Difesa della Nato che discuterà di come far fronte ai tagli ai bilanci.

L’Ags, il nuovo sistema di sorveglianza della superficie terrestre dell’Alleanza, per la cui sede è candidata la base di Sigonella, è «simbolo cruciale della collaborazione dell’Alleanza e un vero affare per la Nato», ha detto Leon Panetta. Il progetto, «che è importante per migliorare le capacità di sorveglianza, vive un’impasse per il disaccordo sui fondi», ha rilevato Panetta.

Il nuovo sistema Ags (Alliance Ground Surveillance), che dovrebbe diventare operativo dal prossimo anno, è stato finora condiviso da 14 alleati, ma recentemente il numero dei partner si è ridotto a 13 per l’uscita di scena del Canada. Il progetto riguarda in sostanza la creazione di una base di intelligence aerea che sarà dotata di vari apparati e di aerei spia Global Hawk, la cui esigenza è stata messa in evidenza dalla missione Nato in Libia. »L’alleanza ha un gran bisogno di questo sistema, diversamente l’alternativa è di continuare a dipendere dal sistema Usa«, riferiscono fonti diplomatiche italiane. Il costo complessivo del progetto da dividere tra i partecipanti è stato calcolato in un miliardo e 560 milioni di euro; 150 milioni il costo per l’Italia.

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