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Fiat-Bertone. La Fiom non firma il “modello Pomigliano”

La Fiom non fa nessun passo indietro sull’accordo che estende il contratto di Pomigliano alla ex Bertone e accusa la Fiat di voler nascondere «dietro atteggiamenti pretestuosi» nuove modifiche nei programmi d’investimento.

«La Fiom non firmerà mai l’accordo di Pomigliano, noi su questo siamo sempre stati chiari e non abbiamo cambiato idea. Il dottor Marchionne ha assunto degli impegni e ha dichiarato che avrebbe proceduto con l’investimento alla ex Bertone, ha forse lui cambiato idea? Lo dica chiaramente», afferma il segretario generale Maurizio Landini, dopo l’aut aut della Fiat sull’avvio della produzione della piccola Maserati nello stabilimento di Grugliasco.

Nell’incontro per chiedere un nuovo anno di cassa integrazione per ristrutturazione, il Lingotto ha posto la condizione perchè si vada avanti con l’investimento che anche la Fiom dia garanzie sulla governabilità dello stabilimento, nel quale ha la maggioranza e che firmi l’intesa sottoscritta solo dalle sue Rsu. «Non capisco – dice Landini – cosa voglia la Fiat. I nostri delegati hanno firmato e poi si sono dimessi, per noi la partita è chiusa. Se la sua posizione, invece, nasconde la volontà di non fare più l’investimento, come accaduto in altre realtà, se cerca un pretesto, deve assumersi pienamente la responsabilità. È un anno e mezzo che la Fiat cerca di usare la Fiom come capro espiatorio. Non vorrei che ancora una volta fossero cambiati i programmi d’investimento e si continui a non fare nulla in Italia. Si rischia ancora una volta di usare come ostaggi i lavoratori della ex Bertone».

Il segretario generale dei metalmeccanici Cgil ricorda che «il Tribunale di Torino ha condannato la Fiat per comportamento antisindacale» e l’azienda «sta cercando di estendere, grazie all’articolo 8, quell’accordo per il quale è stata condannata». «Il problema vero non riguarda solo la Fiat e i metalmeccanici ma tutti – conclude il numero uno della Fiom – ed è il fatto che nella più grande azienda del Paese non si applica la Costituzione. Questa deve diventare la questione generale su cui tutti devono mobilitarsi».

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