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Pomigliano: prime assunzioni, ma fuori la Fiom

Tra domani e dopodomani 133 lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, firmeranno i contratti di assunzione nella newco Fabbrica Italia Pomigliano, che saranno effettivi da lunedì prossimo.

Non ancora certa, invece, la data dell’avvio della produzione vera e propria e della nuova Panda destinata al mercato: nello stabilimento, infatti, si stanno già producendo vetture destinate, però, a fornitori ed alla presentazione ufficiale alla stampa della nuova utilitaria, prevista per metà dicembre.

Scatta la denuncia della Fiom: l’azienda chiede ai lavoratori di cancellazione l’iscrizione al sindacato come condizione all’assunzione.
“Abbiamo perso già 200 iscritti – denuncia il segretario regionale Andrea Amendola – ma sappiamo già che nei prossimi mesi ne perderemo altri. Prima del contratto, si firma la disdetta della delega, così l’operaio si dimette dal sindacato. È lo stesso direttore dello stabilimento a chiederlo”. La Fiom rivendica le lotte fatte proprio per lo stabilimento Vico di Pomigliano.
“Ora l’azienda sta tentando di mandarci via ma se rispetta la sentenza del tribunale di Torino, sa bene che in quella fabbrica ci dobbiamo essere. Stiamo raccogliendo un dossier con gli episodi che testimoniano la discriminazione. Lo stabilimento è anche nostro, è frutto delle nostre battaglie. Non possiamo essere esclusi”. Il tribunale di Torino si era espresso nello scorso luglio riconoscendo, sì, la validità degli accordi di Pomigliano, ma dichiarando antisindacale il comportamento dell’azienda torinese nei confronti della Fiom. Il governo uscente, nel tentativo di proteggere le scelte della Fiat, aveva inserito nella “manovra” l’art. 8 che garantiva la validità retroattiva di accordi siglati contravvenendo alla legislazione vigente.

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