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Protesta nel carcere di Parma

Vivace protesta ieri sera in un reparto del carcere di Parma. Intorno alle 20.30 alcuni detenuti hanno gettato nei corridoi bombolette di gas, bastoni, scope e generi alimentari e poi hanno dato fuoco alle lenzuola, creando una  nuvola di fumo. L’unico a farsi ricoverare per intossicazione è stato l’agente in servizio nella sezione, che si è così guadagnato 15 giorni di certificato medico.

La protesta nel carcere parmigiano – che segue i recenti fatti di Ancona – è stata tenuta sotto controllo. «Temiamo che le proteste possano estendersi in altri istituti del Paese – si legge nella nota del Sappe (sindacato parafscista degli agenti di custodia) – dove ormai diventa difficile gestire la situazione, a causa delle gravi difficoltà operative, dovute alla carenza di personale di Polizia penitenziaria ed al sovraffollamento dei detenuti».

In Italia ci sono 68.047 detenuti, a fronte di una capienza di 45.636 posti. L’Emilia Romagna è una delle regioni più affollate d’Italia, con una percentuale di oltre il 180%: i detenuti presenti sono 4.041, a fronte di una capienza di 2394 posti. In Italia, sottolinea ancora l’organizzazione sindacale, «mancano 6.500 unità di personale, tra agenti, sovrintendenti, ispettori, commissari; in Emilia Romagna ne mancano 650 e Parma non è esente da questa situazione: mancano 170 unità di personale, in un carcere dove bisogna gestire oltre 50 detenuti sottoposti al regime del 41 bis, in una una delle strutture più complesse d’Italia».

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