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Sardegna. Stop al Galsi, un gasdotto devastante.

I politici locali da quelli del PDL al PD ,da Mauro Pili a Tore Cherchi ,vtessono le lodi al Galsi. Secondo loro il gasdotto ,potrebbe essere l’ultimo treno . Noi come Disarmiamoli Sardigna invece ci chiediamo cosa è il Galsi?

Il Galsi è una società   ( composta da Sonatrach,   Edison ,   Enel , Gruppo Hera , dalla finanziaria della Regione Sardegna   Sfirs e   da Snam) impegnata nella realizzazione di un gasdotto   lungo 830 km circa e che, partendo dalla stazione di El-Kala (Draouche in Algeria), arriva prima a Porto Botte in Sardegna, prosegue verso nord e riprende il mare presso la stazione di compressione a Olbia, per poi approdare in Toscana vicino a Piombino.

Dati alla mano, il gasdotto sarà in assoluto il più profondo mai realizzato al mondo, infatti avrà una profondità di 2.824 mt. in mare (e di circa 1,5 mt. nell’entroterra), per non parlare dell’ingente sperpero di denaro, si parla di circa 150 milioni di euro per la sua realizzazione e la Regione Sardegna è impegnata per l’11,6%. Fondi che potrebbero essere utilizzati per uno sviluppo energetico eco-compatibile, mirando alla valorizzazione delle nostre risorse naturali e allo sviluppo di una rete energetica all’avanguardia nel campo delle fonti rinnovabili . Il gasdotto, se realizzato attraverserebbe da nord a sud il territorio Sardo, compromettendo foreste secolari, campagne, campi ad uso agricolo, potenziali siti archeologici, paesaggio terrestre e persino il delicato ecosistema marino. Tra queste ricordiamo la Poseidonia, un tipo di alga endemica del mediterraneo che ha un ruolo determinante in quelli che sono gli equilibri dell’ecosistema marino, infatti molte specie dipendono da essa. La Poseidonia vive già in alcune zone una condizione critica per via della cementificazione, lo smaltimento illegale di rifiuti speciali e le varie sperimentazioni effettuate nelle basi militari da parte degli Americani. Se da un lato il Gasdotto Algeria Sardegna Italia propone pochissimi e piuttosto incerti benefici per l’Isola, dall’altro sono certi la devastazione di beni ambientali e archeologici da Sud a Nord , il pericolo di esplosioni e incendi confermato dalla devastante deflagrazione di Tarsia in Calabria (11 febbraio 2010), l’occupazione di circa 30 milioni di metri quadri di territorio della Sardegna, i danni per l’agricoltura, la pesca e il turismo. Non basta: l’attuale progetto Galsi non prevede la realizzazione delle interconnessioni fra il tubo d’acciaio e le reti cittadine (dove esistono).
Nel bel mezzo della crisi del 2011 la Giunta regionale si permette di investire 150 milioni di euro di risorse nel Galsi senza garantire alcun servizio: solo false promesse di energia a basso costo e di nuova occupazione. Il Galsi in realtà non è soltanto l’ennesima servitù imposta alla Sardegna in nome di esigenze geopolitiche ed economiche internazionali: è un mix fra colonialismo statale e “safari” neoliberistico con il coinvolgimento di colossi come Sonatrach (di proprietà dello stato algerino), Edison Spa, Enel, Sfirs (Regione Sardegna), Snam e Gruppo Hera (enti pubblici della Emilia Romagna gestiti pressoché totalmente dal Partito Democratico).Come Disarmiamoli Sardigna siamo per il No al Galsi senza se e senza ma !!!!!!!

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