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La Fiom non firma. Accordo separato su Fincantieri

Un nuovo accordo separato e anche in questo caso è rottura tra i sindacati confederali nel settore industriale. Ieri notte è stato siglato al ministero del Lavoro di Roma l’accordo sul piano di riorganizzazione – e di ridimensionamento – di Fincantieri. Sull’accrordo hanno messo la loro firma i sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl e Failms-Cisal; la Fiom-Cgil ha invece scelto di non firmare.

Secondo la Uilm “l’accordo salvaguarda livelli occupazionali, cantieri e sedi, ma soprattutto apre prospettive di mercato’. “Non è un semplice accordo – spiega il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini – che si basa esclusivamente sull’applicazione di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione straordinaria e la mobilità volontaria, ma è un vero e proprio piano che guarda al futuro industriale ed occupazionale”. Secondo quanto riferisce la Uilm, Fincantieri si sarebbe impegnata ad effettuare 50 milioni di investimenti nell’anno in corso e altri 102 nel prossimo biennio. 

Boccia, invece, sia il piano che l’intesa il coordinatore nazionale della Fiom per la cantieristica navale, Alessandro Pagano: “E’ un piano industriale che non ha alcun fondamento, alcun riferimento preciso. C’e una totale insufficienza dell’intervento industriale e questo accordo non tutela i lavoratori. C’è stata una forzatura inaccettabile, avevamo chiesto del tempo per poter coinvolgere il ministero dello Sviluppo economico e per poter avere le garanzie necessarie. E’ un piano che deve gestire 1.200 esuberi più due cantieri su cui pesa un punto interrogativo pesante, Castellammare e Sestri Ponente. Non si è tenuto conto di questo, è stato gestito in maniera inaccettabile, ma non ci fermiamo qui”. 

Oggi a partire dalle 12.30 presso la sede nazionale della Fiom a Roma, il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ha tenuto una conferenza stampa per spiegare ai giornalisti i motivi del rifiuto da parte dell’organizzazione di firmare l’accordo che prevede 1.243 esuberi e sancisce il disimpegno industriale verso i cantieri di Sestri Levante e Castellammare di Stabia. «Si tratta di un piano identico a quello che fu bocciato la scorsa estate – hanno spiegato i sindacalisti della Fiom – il che prevede il ridimensionamento di Fincantieri nell’attività di costruzione navale. In realtà con questo accordo solo 200 persone potranno avere lo scivolo verso la pensione, mentre per 1.000 lavoratori ci sarà la cassa integrazione e il futuro resta un’incognita». Maurizio Landini ha denunciato «la responsabilità politica» del governo in merito all’accordo separato sul piano di riorganizzazione di Fincantieri. «Il governo non ha fatto niente, avevamo chiesto alla fine della scorsa settimana una convocazione delle parti al Ministero dello Sviluppo economico, ma non è stata detta una parola». Il segretario della Fiom ha annunciato «due ore di sciopero da qui fino ai prossimi giorni per fare assemblee e manifestare la contrarietà» all’accordo separato. Landini ha spiegato che si sciopererà «nei giorni utili», con stop che probabilmente si concentreranno nella prima settimana di gennaio.

Un sostegno alla posizione dell’organizzazione delle tute blu della Cgil è venuto dai delegati Rsu della Fiom ma anche di Fim e Uilm della Fincantieri di Ancona che hanno deciso di non firmare l’accordo separato, smentendo le rispettive direzioni nazionali. Ad Ancona i delegati Rsu hanno ribadito la contrarietà agli esuberi prospettati dall’azienda e la necessità che prosegua la trattativa a livello locale. Alcuni lavoratori Fincantieri hanno dato vita ad in sit-in in piazza Roma ad Ancona ed hanno  distribuito volantini in cui l’amministratore delegato Giuseppe Bono viene raffigurato come un «pirata dei cantieri» con tanto di benda sull’occhio. «Per Ancona sono stati confermati 205 esuberi e tutti delegati Rsu di Ancona non hanno firmato – ha riferito Pierpaolo Pullini (Rsu Fiom) – in continuità con l’azione portata avanti finora. Però, essendo un accordo nazionale, vale per tutti. Nonostante la firma che prevede gli esuberi ad Ancona non è stata assegnata alcuna nave, è una vergogna». Serviva garantire la cassa integrazione ma non siamo d’accordo sugli esuberi, hanno osservato Pasquale Palmisano (Rsu Fim) e Alessandro Bolognini (Rsu Uilm). 

Intanto a Genova Sestri Ponente questa mattina i lavoratori hanno interrotto la produzione della nave Oceania. “Abbiamo deciso di bloccare la produzione – spiega Bruno Manganaro, Fiom Cgil Genova – la nave non uscirà da questo cantiere”. I lavoratori hanno anche sfilato in corteo lungo le vie di Sestri. 

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