Menu

Bologna. Prostitute schedate per ….conoscerne il reddito

«Svolge l’attività di meretrice da…? Guadagno medio giornaliero? Compenso medio prestazione?», E’ un questionario che, dallo scorso settembre, viene somministrato dai carabinieri alle lucciole che si prostituiscono a Bologna. Il documento, formalmente un’annotazione di servizio, deve contenere tutti gli estremi identificativi della prostituta controllata, oltre a una serie di dati riguardanti l’attività svolta sul marciapiede e il domicilio delle ragazze.

Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio su gli intenti dello Stato di Polizia ,in cui viviamo, può farsene un’idea dalle azioni che il suo braccio armato compie sui territori.
Naturalmente niente di nuovo, schedare sovversivi e prostitute sono pratiche di cui le cronache narrano da tempi immemorabili.
E anche se abbiamo delle regole e leggi niente può fermare il comune “senso civile” dei “tutori della legge”, straordinari interpreti della “morale” cittadina. Non è infondo una pratica nuova, anche se pensavamo fosse un esclusiva del modello veneto, dove le prostitute vengono “spostate” e criminalizzate fino ad essere invitate e spostare il proprio luogo di lavoro in un altro comune.
Bologna, agli albori di questa operazione spicca nel suo solito stile democratico e burocratico: quale modo migliore infondo di raccogliere informazioni se non quello del questionario?
«Svolge l’attività di meretrice da? Guadagno medio giornaliero? Compenso medio prestazione?», sono le domande che secondo i Carabinieri di Bologna servirebbero per scovare queste pericolosissime evasore fiscali che non solo compiono un fatto esecrabile come quello di fare merce del proprio corpo, ma oltretutto rubano all’erario statale ingenti quantità di tasse non dichiarando il proprio reddito, effettivamente sono uno dei fattori determinati per la “crescita dello Spred”.
Non è dello stesso parere Carla Corso, «E’ un fatto molto grave», dichiara la storica presidente del Comitato per i diritti civili della Prostitute Onlus. «Terribile e allarmante», secondo Pia Covre, segretaria della stessa associazione, perché l’attività in questione «è in pieno contrasto con la legge Merlin, che vieta la schedatura delle ragazze, e questa è una vera e propria schedatura». L’articolo 7 della citata e controversa legge recita testualmente: «Le autorità di pubblica sicurezza, le autorità sanitarie e qualsiasi altra autorità amministrativa non possono procedere ad alcuna forma diretta o indiretta di registrazione, neanche mediante rilascio di tessere sanitarie, di donne che esercitano o siano sospettate di esercitare la prostituzione, né obbligarle a presentarsi periodicamente ai loro uffici,secondo noi il questionario è un abuso . Questa non è un’intervista per un’indagine sociologica, che sarebbe anonima, ma un interrogatorio di polizia in stato di fermo momentaneo. Invitiamo le ragazze a sottrarsi a queste domande, limitandosi a esibire i documenti e farsi identificare. Per ogni chiarimento e assistenza si rivolgano pure a noi, al numero 848 800017».
Piccole pratiche medievali con retrogusto fascista, tasselli di un mosaico più ampio per stabilizzare, ogni giorno di più, la dittatura finanziaria con il controllo delle menti e dei corpi.
Bologna è rossa si, ma di vergogna.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa
Argomenti:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *