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La “casetta” del terminator del pubblico impiego

La casa al Colosseo porta male ai ministri. In questo caso a Patroni Griffi, neo ministro incaricato di “mettere a posto” la pubblica amministrazione a colpi di scure e tagli ancoraimprecisati (si vocifera sempre più spesso di riduzioni salariali…).

La vicenda viene ricostruita anche da Il Sole 24 Ore, come qui vi proponiamo. E dimostra l’estrema “familiarità” tra membri del vecchio e del nuovo governo, in cui ci si scambiano più volte i ruoli (per esempio: qui l’ex sottosegretario Maliconico, che si faceva pagare le vancanze da Piscicelli – il costruttore che “rideva nella notte del eterremoto” pensando agli affari che avrebbe fatto grazie a Bertolaso – fa l’avvocato per conto degli inquilini del palazzo con vista). Per dei “moralizzatori” mandati a “risanare l’Italia” è una commistione un po’ più che grave. Visto quello che ci stanno combinando.

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Casa a Patroni Griffi, il pm apre indagine conoscitiva

 

ROMA. Il procuratore aggiunto di Roma, Alberto Caperna, ha aperto un’indagine conoscitiva sulla casa acquistata dall’Inps a prezzi di favore dal ministro della Pubblica Istruzione Filippo Patroni Griffi. Caperna ha avviato anche contatti con la Guardia di Finanza, cui conferirà nei prossimi giorni la delega per acquisire elementi sulla vicenda. Al momento non ci sono indagati e neppure ipotesi di reato, ma la Procura intende verificare se dietro la vendita dell’immobile, fino al 2008 in mano pubblica, all’attuale ministro, nonché presidente di sezione del Consiglio di Stato, ci siano state irregolarità.

Un immobile di pregio in via Monte Oppio, nel pieno centro di Roma, pagato da Patroni Griffi a prezzi molto inferiori a quelli di mercato: 177 mila e 754 euro per 109 metri quadrati con vista sul Colosseo e il Foro romano. A gennaio del 2008 il ministro ha pagato, come gli altri condomini dello stabile nell’ambito delle dismissioni degli enti previdenzuiali “Scip 1”, un prezzo fissato sulla base di vecchie stime e ulteriormente scontato del 40% grazie allo sconto riservato agli inquilini che comprano in blocco. Il ministero dell’Economia, all’epoca guidato da Giulio Tremonti, voleva vendere senza lo sconto, come previsto per le case di pregio. Tuttavia gli inquilini fecero ricorso per lo stato di degrado dell’immobile, che effettivamente necessitava di interventi di restauro. A curare il ricorso fu Carlo Malinconico, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dimessosi pochi giorni fa per le vacanze nel lussuoso hotel Il Pellicano di Porto Ercole a lui pagate da Francesco De Vito Piscicelli, il costruttore rimasto coinvolto nelle inchieste sui grandi eventi.

Grazie al ricorso curato da Malinconico, Patroni Griffi e gli altri condomini sono riusciti ad ottenere dal Tar e dal Consiglio di Stato il riconoscimento di casa “non di pregio” dell’immobile. Decisiva a tal fine è stata la verifica sullo stato dell’imMobile disposta dal Consiglio di Stato nel 2004 ed effettuata da due funzionari del ministero delle infrastrutture, Raniero Fabrizi e Filippo Di Giacomo. Entrambi figurano più volte nelle intercettazioni telefoniche del 2008 effettuate dai carabinieri del Ros nell’ambito delle indagini sulla cosiddetta cricca dei Grandi eventi gestiti dalla presidenza del consiglio anche se non sono mai stati indagati. Fabrizi e Di Giacomo stabiliscono che l’immobile «risulta ai limiti dell’abitabilità» anche per una serie di carenze nel sistema idrico e nel riscaldamento centralizzato e «richiede interventi di restauro e di risanamento».

Ieri Patroni Griffi ha preso carta a penna per correggere il riferimento a un possibile passo indietro («per quella casa non dormo più, ho pensato perfino di dimettermi»), rilanciato dall’intervista pubblicata da “Repubblica”. «Non ho mai preso in considerazione l’ipotesi di dimettermi», scrive il titolare di Palazzo Vidoni che non smentisce il colloquio («lo reputo nel complesso corretto»), ma ci tiene a spazzare via l’idea di aver pensato di dire addio al dicastero. «Per quanto mi riguarda – prosegue Patroni Griffi – considero perciò chiusa una vicenda che non presenta alcun elemento di illecito né di immoralità e che ho già abbondantemente e definitivamente chiarito e sulla quale non intendo tornare più».

LA VICENDA DELL’ACQUISTO DELLA CASA
Prezzo «agevolato»
La vicenda dell’appartamento al Colosseo del ministro della Pa Filippo Patroni Griffi inizia nel 1986 con un equo canone, poi diventato patto in deroga del ’92 (con un incremento del 30% circa). Nel 2003 l’acquisto nell’ambito di Scip 1 come casa di pregio, infine i ricorsi al Tar che escludono l’immobile da quelli di pregio per «motivi sismici». Risultato: la vendita nel 2008 a 1.630 euro al metro quadro, un quinto del valore di mercato.

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