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Bologna. Operatori sociali bruciano il nuovo contratto in piazza

OPERATORI IN PIAZZA, BRUCIANO IL NUOVO CCNL: UNA GARANZIA PER LA PRECARIETA’

Riprende la protesta degli operatori sociali a Bologna, sempre più determinati e sempre più incazzati di fronte allo smantellamento del loro già precario contratto di lavoro. il 16 dicembre, con un ritardo di ormai 2 anni, è stato approvato il nuovo CCNL delle Cooperative Sociali: “una squallida manovra economica per rafforzare il sistema delle esternalizzazioni e del precariato, strumenti entrati prepotentemente nel sistema economico che ci è stato imposto e che contrastiamo”. Il Coordinamento Operatori Sociali Bologna e USB sono nuovamente sul piede di guerra e scende in piazza, in una serata in cui la nebbia non lascia posto a equivoci, e presidia Piazza S. Francesco. “questo contratto s’ha d’appiccià” recita lo striscione. “Questo rinnovo non dà nulla ai lavoratori ma concede tutto a padroncini e dirigenti delle cooperative sociali” ha dichiarato F. Perretta (USB): un contratto, questo firmato senza alcuna criticità da Cgil Cisl e Uil, prevede tra le cose, l’elargizione di “una mancia” di 70euro spalmati in 15 mesi per i lavoratori a tempo pieno, l’introduzione massiccia dell’apprendistato come strumento di compressione dei costi (fino a 29 anni), e il potenziamento della contrattazione decentrata a livello regionale e provinciale.

(vedi il video del rogo: http://youtu.be/HMFvYNY_tCU)

Una vera garanzia per la precarietà insomma, oltre all’ulteriore arretramento delle condizioni di lavoro degli operatori del settore sciale: una piattaforma che vede Cgil Cisl e Uil accettare supini alle richieste di imprese e padronato a livello nazionale, attraverso l’accettazione di un contratto che elimina ogni riferimento alle 36 ore per il tempo pieno e ai 30 giorni di ferie già sacrificati nelle rivendicazioni della trattativa del 2006-2007, per salvaguardare un recupero salariale di 200 euro una tantum per gli anni 2007-2008. Senza dimenticare poi il fatto che potenziando l’apprendistato, per cui i lavoratori avranno diritto a un 20% in meno di stipendio sui minimi tabellari e che il decentramento della contrattazione permetterà alle cooperative di contrattare sui territori le migliori offerte assicurative, avvallando pienamente vecchie logiche clientelistiche.

Tra i manifestanti, anche molti studenti, futuri operatori sociali, laureati e precari, come troppi ormai in questo paese: avviliti, arrabbiati, ieri sera hanno bruciato simbolicamente il nuovo contratto collettivo nazionale, ricordando il periodo oscurantista del medioevo. “Bruciamo questo contratto di merda perfavore con un atto anche solo simbolico” dice F. Perretta (USB) “ribaltiamo la questione e riteniamo che sia la cultura oscurantista che tornata al potere ci induce a un atto di ribellione anche solo simbolico perché c’è un limite allo sfruttamento del lavoro e alla privazione della dci soggiogano, e perché non possiamo scegliere nulla… che bruci il culo a chi ha la responsabilità di tutta questa roba”.

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