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Bologna. La Cgil caccia il comitato “Acqua Bene Comune” dalle proprie sedi

Chi contesta le “Autorità” non ha diritto di sede! Sembra pensarla cosi la Cgil di Via Marconi che ha ritirato la disponibilità ad offrire spazi e strumentazioni per le sue attività, dopo la contestazione che il 22 dicembre scorso, durante la riunione ATO, il Comitato mise in atto nei confronti della Presidentessa della Provincia Beatrice Draghetti, con un fitto “lancio ” di monetine,da parte dei referendari con alla testa “Bifo” (al secolo Franco Berardi) ,per protestare contro il rincaro delle bollette.
Il Comitato gia da ieri si è trovato fuori dalla Camera del Lavoro e riunitosi in Vicolo Bolognetti ha messo all’ordine del giorno la campagna “di obbedienza civile”.
I Camusso boys in un comunicato non fanno mancare l’appoggio politico “sulle battaglie portate avanti dal comitato, e il “confronto”, cosi’ come succede con altre associazioni. In fondo una “paternalistica manina” non si nega a nessuno, il problema sono gli atti concreti che si fanno o non si fanno.
Questa è l’idea di democrazia che il maggiore sindacato italiano. Quanto accaduto resta comunque un’ ottima occasione per il Comitato per rendersi “autonomo” dai lacciuoli della logica di concertazione “golbale” portata avanti dalla CGIL anche sui diritti primari.

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2 Commenti


  • Andrea

    1. Franco Berardi Bifo non è alla testa di nulla essendo che non ha mai partecipato ad una riunione del comitato, tanto che nessuno lo ha seguito nel lancio delle monetine. Gesto peraltro sbagliato e condannato come dannoso per il movimento dell’acqua, da tutto il comitato nella discussione che si è tenuta il giorno 24 gennaio. Quindi non è stato il comitato a lanciare alcunchè. Noi lanciamo solo argomenti solidi e documentati, i soli che possono mettere in difficoltà coloro che non rispettano i referendum e la volontà popolare. Il movimento dell’acqua bene comune inoltre, nonostante tutti coloro che tentano di lucrare qualche microscopica rendita di posizione sulla difficoltà vera evidenziatasi “non” con la CGIL in generale ma solo con la segreteria provinciale della CGIL di Bologna e come tale ovviamente recuperabile, rimane fermo su una impostazione che cerca pervicacemente di allargare il consenso sulla battaglia per realizzare gli obiettivi di ripubblicizzazione del servizio idrico.


  • michele

    era alla testa del lancio di monetine, per intenderci, poi se il comitato ha smentito e condannato l’azione rimane ancora più grave, perchè politica, l’azione della cgil di bologna che chiude in faccia le porte delle proprie sedi. chi vuole o crea conflitto è marginalizzato dalla cgil questo è il messaggio.
    e tanto per intenderci il comitato non ha l’esclusiva di una battaglia che è di tutti i cittadini che hanno votato il referendum, ne la facoltà di condannare o di ergersi a giudice morale delle azioni di chiunque voglia portare “acqua al mulino” di un diritto primario.

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