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Panettieri di domenica. Una testimonianza

Monti per decreto fa lavorare i panettieri, e non solo, anche la domenica.
Liberalizzazioni di schiavitù
(Gennaio 2012)

Giancarlo Staffolani

Testimonianza diretta: 1963 una lotta per la domenica libera dei panettieri.
Nel lontano 1963 ho fatto per un breve periodo il sindacalista per la Cgil che mi aveva assegnato alla Cdl di un grosso centro della provincia Milano. Un giorno si sono presentati alcuni giovani lavoratori panettieri che, chiedendo fosse loro applicato il contratto nazionale di categoria, denunciavano fra l’altro gli orari massacranti di lavoro che li vedeva impegnati tutte le notti dal lunedì al sabato.
Convocammo una riunione semiclandestina per evitare rappresaglie da parte dei padroncini grandi e piccoli delle panetterie della zona, andando a contattare i lavoratori nei bar.
Si riuscì a fare una assemblea con più di venticinque compagni che decise di aprire la vertenza nel territorio comunale, con la richiesta di applicazione dei livelli salariali previsti dal contratto nazionale, con in più la rivendicazione del riposo domenicale per i panettieri non ancora inserito nel contratto. Si aprì la vertenza, di fronte al rifiuto dei padroni di panifici si giunse a proclamare una prima domenica di astensione dal lavoro, astensione cui ne seguirono altre anche nei giorni feriali, alla fine anche con l’intervento dell’allora sindaco del Pci, si giunse ad un accordo che oltre ai benefici economici e normativi del contratto, comprendeva la domenica di riposo per tutti i panettieri dei comuni della zona. Finalmente i giovani panettieri festeggiando, potevano uscire il sabato sera con la ragazza, mentre i meno giovani potevano passare la giornata festiva con le loro famiglie.

Oggi con un decreto, Monti “Santosubito” ha cancellato di colpo le conquiste di oltre 50 anni di lotte.
Altro che modernità esaltata dal servilismo di tutti i media, questo è un esempio del carattere feudale e reazionario delle cosiddette liberalizzazioni. Si costringeranno con il ricatto a condizioni di lavoro bestiali centinaia di lavoratori ormai precarizzati, oltre che nelle panetterie dove un tempo essi erano chiamati “garzoni”, anche in tutti i settori della distribuzione, del turismo e di molti esercizi pubblici artigiani, mentre oggi Cgil Cisl Uil si ichinano tacito assenso a questo governo del “sobrio” banchiere .

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